In alcune aree del mondo la salvaguardia dell'acqua potabile rappresenta una sfida di non facile soluzione, soprattutto per i costi proibitivi delle tecnologie necessarie per i vari processi di filtrazione, clorazione, distillazione ed ebollizione. Una nuova idea arriva ora dal Texas, dove un 18enne ha inventato un filtro al grafene per depurare l'acqua in modo semplice ed estremamente economico.
Ultraefficiente. Perry Alagappan, studente neodiplomato di Houston, ha progettato un filtro che è in grado di trattenere il 99% dei metalli pesanti presenti nell'acqua. Il dispositivo è costruito in nanotubi di grafene, il materiale al centro di svariate ricerche e considerato da molti come la chiave di una nuova rivoluzione industriale.
La realizzazione del prototipo è stata possibile grazie al supporto della Rice University, che ha spalancato le porte dei suoi laboratori al ragazzo. Il lavoro di Alagappan è stato poi premiato con il Water Junior Prize nel corso della World Water Week da poco conclusasi a Stoccolma.
Facile e accessibile. Una volta purificata l'acqua il dispositivo di filtraggio può essere ripulito e riutilizzato: il lavaggio con un concentrato di aceto permette infatti la rimozione dei metalli inquinanti, che possono eventualmente venire riciclati attraverso successivi passaggi. Il costo della tecnologia è stimabile intorno ai 20 dollari, un quinto dei congegni basati sull'osmosi inversa.
Open source. Il giovane scienziato ha deciso di non brevettare l'invenzione, per condividerla con chiunque voglia farne buon uso. Le applicazione spaziano dal trattamento delle acque reflue di provenienza industriale, al filtraggio delle acque contaminate dai rifiuti elettronici nelle zone più disagiate del pianeta.
Per Perry Alagappan è previsto un futuro alla Stanford University. I dettagli della sua ricerca verranno presto pubblicati sulla rivista Nature Materials.