"Il web è morto" proclama a caratteri cubitali un articolo pubblicato prima su Wired Online e poi riportato in tutta la sua gloria come copertina dalla versione cartacea della prestigiosa rivista di tech lifestyle. Lo stile scandalistico sembra un po' echeggiare le polemiche sul Punk che vigevano negli anni ottanta, ma l'articolo (una volta superata la naturale antipatia per le affermazioni ad effetto) propone una visione di certo interessante dei recenti sviluppi tecnologici. L'autore Chris Anderson, editor della versione cartacea della rivista, decreta che il web sta venendo lasciato in disparte dalle applicazioni per iPhone ed iPad, dagli "elettrodomestici intelligenti" e dedicati ad una specifica forma di comunicazione come l'Xbox, e dai software specializzati come Skype. Dopo aver passato anni a dire che tutta la rete sarebbe stata mangiata dai browser, insomma, alcuni media guru oggi hanno cambiato idea: il pubblico ha scelto "il nuovo vecchio", le applicazioni singole che vengono incontro alle necessità immediate, che customizzano l'esperienza online e che soprattutto permettono agli sviluppatori di concretizzare i propri investimenti. Piccoli mondi autosufficienti, insomma, più controllati e non anarchici ma più soddisfacenti da usare per gli utenti.
Chris ha dalla sua un buon argomento: dice che è impossibile ottenere guadagni significativi dalla rete, non importa quanto siano ricchi e interessanti i contenuti. Moltissime riviste online annaspano, è vero, l'ironia forse sta nel fatto che Wired.com non è una di queste ed ottiene un profitto significativo dalla sua pubblicazione su Web. Anderson, comunque, non è nuovo a simili boutade. Timoniere di una rivista cartacea che tratta di tecnologie e progresso nell'anno del Signore 2010, Chris si sente un po' spaesato e, sotto sotto, in diretta concorrenza con i suoi colleghi online di Wired.com.
Ci troviamo davanti, insomma, davanti ad un'elegante provocazione, che purtroppo esaurisce molto in fretta il suo potenziale e scade nella più classica delle discussioni sul sesso degli angeli.