Forse non vincerà mai un’edizione di Masterchef ma, per essere un computer, tra i fornelli se la cava egregiamente. Stiamo parlando di Watson, il supercomputer di IBM che ha già dimostrato le proprie capacità con gli scacchi e con i quiz televisivi.
Un team di ricercatori di Big Blue ha voluto mettere alla prova il cervellone e la sua capacità di prendere decisioni in un ambito più creativo rispetto a quelli esplorati fino ad ora: la cucina.
La ricetta perfetta
I ricercatori hanno costruito un grande database contenente milioni di ricette di piatti diversi pubblicate sul web da cuochi professionisti e appassionati. I piatti sono stati classificati in base al tipo di portata, alla provenienza geografica e al gusto.
L’analisi delle decine di miliardi di combinazioni di ingredienti diversi ha permesso a Watson di farsi un’idea di quali sono gli accostamenti preferiti da un essere umano: i diversi mix sono stati infine catalogati in base al livello di novità e al gusto presunto.
Queste informazioni hanno permesso agli ingegneri di IBM di realizzare un software capace di prendere decisioni logiche in base a una serie di vincoli. Per esempio se gli chiedete la ricetta per un piatto a base formaggio di origine francese Watson vi produrrà, insieme a decine di altre, le istruzioni per preparare una quiche.
Ovviamente, tra la lista di istruzioni e il piatto fumante c’è tutta la capacità interpretativa dell’essere umano che preparerà fisicamente la ricetta.
Kebab, fragole e microchip
Recentemente Watson è stato messo alla prova al South by Southwest Festival, una manifestazione che si tiene ogni anno in questo periodo ad Austin, in Texas. Qui la creatività logica del computer è stata affiancata alle abilità culinarie di uno chef professionista: i due sono effettivamente riusciti a proporre al pubblico piatti originali, forse stravaganti, ma comunque molto apprezzati. Un esempio? Il kebab vietnamita rivisitato con l’aggiunta di mele e fragole. Una combinazione mai provata prima ma che ha riscosso il successo del pubblico.
«Watson ha modificato il mio approccio alla creatività» spiega ai media Patrick Wagstrom, ricercatore di IBM a capo del progetto, «anche se gestendo qualche miliardo di ingredienti, a volte, ha ancora qualche problema: per esempio, di quando in quando, suggerisce l’aggiunta di panna e limone».
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