Viaggeremo in rete alla stessa velocità, tutti. Lo ha stabilito la FCC (Federal Communications Commission, l'agenzia americana delle comunicazioni) nella sentenza di stanotte sulla Net Neutrality di cui vi abbiamo parlato: 3 voti su 5 hanno confermato la linea proposta dal presidente Obama espressa in un discorso del novembre scorso. In Rete ci muoveremo tutti con le stesse regole, senza premiare chi è disposto a pagare di più per dare o ricevere contenuti in modo più veloce.
SERVIZIO PUBBLICO. I due commissari democratici hanno appoggiato il presidente dell'Authority Tom Wheeler, approvando di fatto la definizione delle nuove regole della rete: da oggi la banda larga diventa una 'utility', ovvero un servizio di pubblico interesse. Significa che deve essere aperta e senza discriminazioni, i provider delle linee non potranno fare discriminazioni sul traffico Internet. Niente doppia velocità, niente corsie preferenziali per chi paga di più, dunque niente rallentamenti per gli altri.
CONTENTI E SCONTENTI. La battaglia sulle regole del web, che da qualche anno infuriava, ha visto (per ora) la vittoria della visione 'regolatrice' dello Stato piuttosto che quella del libero mercato. È un voto a suo modo storico, che arriva a definire Internet un bene collettivo come l'acqua. I servizi di telecomunicazione a banda larga fissa e mobile saranno quindi sottoposti all'articolo II del Communications Act, la legge che regola le telecom tradizionali (le linee di telefonia vocale, per intenderci).
La net neutrality spiegata dalle pornostar
In inglese e NSFW (non appropriato in un ambiente di lavoro) a seconda del senso dello humour del vostro capo
La sentenza potrebbe essere impugnata dalle telecom americane, naturalmente contrarie perché vedono sfumare un grande business. Comcast, AT&T e Verizon hanno la possibilità di appellarsi al tribunale, ma dovranno affrontare l'opinione pubblica (dopo la sentenza, 4 milioni di cittadini Usa hanno inviato i loro commenti entusiasti alla FCC), la società civile, e figure rispettate come Tim Berners-Lee (l'inventore del world wide web), Lawrence Lessig di Creative Commons, Steve Wozniak (fondatore di Apple con Steve Jobs) e parte delle aziende della Silicon Valley (Youtube, Netflix).
E naturalmente Barack Obama, che ha dichiarato: «Il mio ringraziamento va ai 4 milioni di americani che hanno scritto alla FCC per sostenere Internet libero e aperto».
INTERNET E DEMOCRAZIA. I colossi del web come Google (che ha mantenuto una posizione "media" sulla questione), Facebook e affini non potranno occupare una fetta di banda maggiore rispetto agli altri, pur essendo disposti a pagare somme extra (che sarebbero poi ricadute sugli utenti).
La ricaduta sulla quotidianità è che si potrà guardare un film in streaming alla stessa velocità con cui ci si collega al blog personale o ai social network. A fronte di una possibile minore velocità, non ci saranno quindi ulteriori costi da sostenere per le connessioni.
Come abbiamo spiegato, non significa che su Internet tutto debba essere gratuito, ma che i gestori della Rete devono offrire la stessa qualità di servizio sia a chi accede ai siti gratuiti, sia a chi acquista contenuti a pagamento.
Significa anche mantenere viva l’indipendenza e la libertà di Internet, nato come servizio aperto a tutti e non sottoposto alle decisioni dei provider e dei giganti del web.