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Se fino a ieri la scelta dei domini era limitata alle estensioni .it, .com, .edu, .org e altri ancora, da oggi è possibile richiedere, a suon di quattrini, che il nome del proprio sito termini con qualunque suffisso come, per esempio .apple, .microsoft o .quelchevoglio.
“I nuovi domini personalizzati costano cifre da capogiro”
Web rivoluzione - Icann, l’organismo internazionale no-profit che gestisce gli indirizzi web, aveva suscitato perplessità, e non poche polemiche, autorizzando la creazione del dominio XXX di primo livello per il settore del porno online, aprendo successivamente la registrazione dei siti a luci rosse a settembre e mandandoli online verso la fine dell’anno scorso. Ma non è nulla in confronto alla rivoluzione di oggi, 12 gennaio, giorno che spalanca le porte alla possibilità di richiedere e registrare qualunque tipo di dominio. Insomma, a fronte di una spesa non indifferente, potremo trovare online siti web come www.visita.milano o www.bevi.unamarcadibirra.
Non per tutti - L’Icann, infatti, richiede la bellezza di 185mila dollari - circa 145mila euro - per farsi creare un dominio su misura, a differenza dei pochi euro che servono attualmente per registrare un dominio qualunque. È quindi un’opportunità riservata ai grossi portafogli di società, enti o città, che vogliono fregiarsi di un sito con il proprio nome in bella evidenza. E, allo stesso tempo, dovrebbe frenare il fenomeno speculativo del cybersquatting - già sperimentato durante il big bang di Internet - quando astuti privati registravano per pochi dollari nomi di aziende e marchi internazionali per poi rivenderli, a prezzi da capogiro, ai legittimi titolari quando volevano presentarsi sulla neonata Rete con tutte le carte in regola per farsi trovare.
Babele linguistica - L’idea dei domini personalizzati nasce anche dalla necessità di rendere gli indirizzi dei siti web più accessibili a chi usa alfabeti diversi da quelli latini. Si pensi soprattutto agli utenti asiatici - ormai la maggioranza dei cybernauti - ma anche agli slavi o ai greci, che potranno finalmente digitare nel browser i nomi dei siti con caratteri e simboli che conoscono e usano normalmente.
Rischi e garanzie - Ma, d’altro canto, c’è il rischio che abili truffatori usino questa possibilità per convincere in modo fraudolento a navigare, o spendere soldi, in siti che appartengono a banche o rinomate aziende solo per il nuovo nome esteso, per esempio “www.conto.unafamosabanca”. Riusciranno il salatissimo prezzo della registrazione dei domini personalizzati e i controlli promessi dall’Icann a fermare i propositi dei potenziali cybersquatter di nuova generazione? (sp)
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