di Alessia Vicinanza
I francesi ce l’hanno proprio con Twitter. Stavolta la motivazione è più seria della questione del "mot-dièse", ma non è detto che abbiano ragione. Meglio dar contro i commenti antisemiti o lasciare piena libertà di espressione?
"Twitter non giustifica i suoi utenti, ma crede nella libertà d'espressione"
Fuori luogo - La Corte Civile di Parigi ha intenzione di assegnare a Twitter una multa da 965 euro tutti i giorni, finché non tirerà fuori la lista degli utenti che, proprio nel Giorno della Memoria, hanno trovato divertente scrivere commenti antisemiti preceduti dall’hashtag - o, come lo chiamano loro, “mot-dièse” - #UnBonJuif (un buon ebreo). Il social cinguettante, dopo aver ricevuto le lamentele, ha immediatamente censurato i colpevoli, senza però smascherarli.
Liberté, égalité, fraternité - La motivazione per cui Twitter si rifiuta è semplice: vuole preservare la più totale libertà d’espressione, per quanto abusata. Per ora riesce a scamparla per il semplice motivo che i suoi uffici sono tutti in America, quindi teoricamente non deve rispondere alla legge francese.
Ambasciator non porta pena - Di sicuro c’è che gli utenti francesi hanno sbagliato. La Corte Civile di Parigi non dovrebbe dunque prendersela con i suoi connazionali, istituire controlli più severi e un’educazione più seguita e corretta, invece di additare il portavoce? (sp)
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