Normalmente quando ci si ritrova davanti un sito che ha un nome quasi identico a quello del tuo servizio, il caso di cybersquatting è piuttosto chiaro. Il caso di twiter.com (non andateci, è il tipo di sito malfidato per antonomasia) invece non lo è del tutto. Questo dominio, infatti, è stato registrato almeno due anni prima che Twitter entrasse in funzione, ma i fatti non hanno fermato il servizio di lifestreaming dal citare gli impostori in un richiamo ufficiale alla World Intellectual Property Organization. Queste lamentele parlano esplicitamente di copyright infranti. Come è possibile? La spiegazione in realtà è abbastanza semplice: da qualche tempo twiter.com presenta la videata che vedete in cima all’articolo, una paginetta con una grafica molto simile a quella di Twitter ed addirittura il logo con l'uccellino. Il sito propone un fantomatico sondaggio (a pagamento!) tradotto in varie lingue, tra cui la nostra. Si tratta di una truffa bella e buona! Inoltre, twiter.com, sebbene esista dal 2004, è passato di mano varie volte. Chiunque l’abbia registrato era chiaramente in buona fede, ma chi l’ha comprato in seguito, specie il responsabile dello scam, di sicuro non ha tale scusa.
I casi di infrazione del diritto d’autore e copyright sono spesso molto convoluti, e questo è un ottimo esempio.