In questi anni Twitter ha sempre lasciato campo libero ai servizi di shortening di terze parti, lasciando il predominio dei servizi di link prima a tinyurl e poi a bit.ly. Finalmente, sicuramente in ritardo rispetto alle previsioni di ognuno, Twitter ha lanciato il proprio servizio di shortening: http://t.co. Il servizio non funziona come gli shorteners a cui siamo abituati: non è infatti possibile accorciare URL se non sono incluse in un tweet o un DM. Molteplici sono gli effetti dell'introduzione di questa novità. Innanzitutto, da un punto di vista economico, Twitter si prepara a monetizzare l'enorme mole di traffico che produce verso il web: non è chiaro in che modo il controllo dei link possa aiutare, ma Twitter si sta preparando a vendere servizi aggiuntivi.
L'introduzione del nuovo strumento, però, ha altri benefici per la comunità. Dal punto di vista della sicurezza, ogni link che passa attraverso Twitter, verrà controllato attraverso una blacklist di siti malevoli e sarà bloccato se dannoso. Anche nell'ottico degli sviluppatori, l'introduzione di t.co consente loro di usare una sola API per lo shortening, invece di ricorrere alle svariate API di terze parti. Twitter si è preoccupata di chiarire che, comunque, tutti i servizi di terze parti continueranno a funzionare, in competizione con t.co e comunque "passeranno" tutte attraverso t.co.
Quale sarà il prossimo passo di Twitter verso la monetizzazione del proprio traffico? E quanto ci metterà stavolta a compierlo?