Difficilmente prenderete un raffreddore da un vostro amico su Facebook, ma sarete è altamente probabile che il suo umore abbia ricadute sul vostro: nel popolare social network i sentimenti corrono veloci, diffondendosi a macchia d'olio, come dimostra uno studio dell'Università della California di San Diego.
Felicità "infettiva"
Nella ricerca, pubblicata su PLOS ONE, sono stati presi in considerazione più di un miliardo di aggiornamenti di stato postati da oltre 100 milioni di utenti di Facebook negli Stati Uniti. La conclusione? I post positivi incoraggiano altri post positivi, quelli negativi, altri post negativi. Ma i primi, fortunatamente, sono più influenti.
«I nostri dati dimostrano che le espressioni emotive si diffondono online, e che quelle positive si propagano più velocemente di quelle negative» spiega James Fowler, autore principale.
Un algoritmo "scruta status"
I ricercatori hanno analizzato con un software automatico di ricerca linguistica il contenuto degli update di stato in lingua inglese postati nelle 100 città più popolose degli USA nel corso di 1180 giorni, da gennaio 2009 a marzo 2012. Grazie al programma di analisi testuale, gli scienziati sono riusciti ad analizzare un altissimo numero di post senza mai leggerne il contenuto e senza conoscere l'identità dei loro autori (che è rimasta così tutelata).
Per misurare la rapidità di "contagio" dei sentimenti online hanno stabilito una variabile casuale (la pioggia) scoprendo che una giornata piovosa è in grado di gettare il malumore all'interno del social network, aumentando il numero di post negativi dell'1,16% e facendo diminuire quelli positivi dell'1,19%.
L'empatia corre sul web
Gli scienziati hanno ristretto le analisi agli "amici" residenti in città in cui non stava piovendo (per vedere se - effettivamente - il contagio emotivo fosse riconducibile a Facebook). E hanno escluso - per evitare che i dati trovati fossero troppo influenzati dalla variabile "pioggia" - tutti i post relativi al meteo dalle loro analisi. Ogni post negativo scritto da chi si trovava sotto l'acqua ha causato in media altri 1,29 post negativi tra gli amici all'asciutto; mentre ogni post positivo ha generato altri 1,75 post positivi tra gli amici virtuali.
Secondo gli autori della ricerca, le implicazioni dello studio potrebbero risultare importanti per il miglioramento del benessere globale: «Se un cambiamento emotivo in una persona si diffonde a macchia d'olio e causa un cambiamento negli altri, forse stiamo sottostimando l'importanza dei tentativi di migliorare la salute fisica e mental globale» conclude Fowler «dovremmo fare il possibile per misurare gli effetti dei social network e imparare ad amplificarli per creare un'epidemia di benessere».
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