Digital Life

Sopa: la protesta raccoglie consensi

La protesta si allarga.

Ieri è stata una giornata storica, per Internet: per protestare contro la proposta di legge USA anti-pirateria nota come SOPA decine di migliaia di siti web hanno deciso di oscurare le proprie pagine, come ha fatto Wikipedia, o di aderire comunque alla mobilitazione mostrando in qualche modo la loro protesta.

“Dopo la protesta, diversi senatori che sponsorizzavano la legge hanno deciso di ritirare il proprio supporto”

Google, per esempio, ha coperto il proprio logo e inserito il link a una petizione contro la proposta di legge, a cui hanno aderito oltre quattro milioni di persone, Firefox ha invece annerito lo sfondo della home page del browser, segnalando la propria adesione allo “sciopero virtuale”, Wordpress.com ha invece coperto tutti i testi della propria pagina web con dei blocchi neri con la scritta “Censurato”.

Migliaia di messaggi di protesta sono inoltre stati inviati direttamente al Congresso USA: solo tramite il sito dell’Electronic Frontier Foundation, un’organizzazione no-profit per la difesa dei diritti digitali, sono infatti partiti oltre 250.000 messaggi, mentre molti siti di senatori USA sono stati intasati dai numerosi accessi.

Anche Facebook si è schierata contro la proposta di legge: il post del fondatore Mark Zuckerberg, rilanciato anche sul social network rivale Twitter, ha raccolto quasi mezzo milione di “Mi piace” in poche ore.

E il giorno dopo sembra che l’iniziativa abbia prodotto i suoi frutti: diversi senatori che sponsorizzavano la legge hanno deciso di ritirare il proprio supporto, e molti altri sarebbero pronti a seguire la stessa strada. La stessa cosa potrebbe succedere anche alla Camera.

Le proposte di legge anti-pirateria sono infatti due: una in discussione al Senato e nota come PIPA (Protect IP Act), quella chiamata invece SOPA è invece stata depositata alla Camera.

Dopo la mobilitazione di ieri, però, entrambe le proposte potrebbero essere destinate all’archiviazione, visto che starebbe per venire meno il sostegno necessario alla loro approvazione.

Inoltre lo stesso presidente Obama in più occasioni si è detto contrario al disegno di legge, cosa che ha voluto ribadire nel giorno della protesta affermando nuovamente che non potrà mai sostenere leggi che potrebbero limitare la libertà di espressione.

Per ora, però, le due proposte di legge non sono ancora state ritirate, ma la loro discussione è stata solo rimandata di un mese, e in molti si aspettano un nuovo attacco da parte dei loro sostenitori. La protesta, quindi potrebbe continuare.

Fabio Bossi

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19 gennaio 2012
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