Digital Life

The Facebook Experiment

Un esperimento collettivo nello stile della psicostoria di Asimov: un gruppo con Facebook, l'altro senza. E dopo una settimana i test rivelano chi si sente meglio.

Facebook migliora la nostra vita... o la peggiora? Un dubbio che probabilmente prima o poi è venuto a tutti, abituati - obbligati! - come siamo a frequentare i social netwok come routine quotidiana. Il danese Happiness Research Institute ha condotto un test (The Facebook Experiment) su 1095 persone divise in due gruppi: il primo doveva usare FB come di consueto (sempre), il secondo ha dovuto smettere per una settimana - guadagnandoci, pare, in umore.

L'erba del vicino. Facebook è un formidabile propagatore di notizie, link e informazioni più o meno rilevanti. Ma è anche il luogo in cui ognuno condivide (o forse meglio dire, esibisce) i suoi momenti migliori: foto di viaggi e feste, riunioni di amici sorridenti, deliziose esperienze culinarie. Sottoposti a questa inondazione di attimi gratificanti altrui, scatta l'invidia e ci ritroviamo a comparare la nostra vita a quella degli altri: una dinamica che produce insoddisfazione, tanto che i frequentatori del social network hanno il 39% di probabilità di sentirsi meno felici dei loro amici.

I risultati della ricerca non danno l'idea di una verità schiacciante, è vero, ma... perché non provarci e raccontare l'effetto che fa?
Su Facebook, naturalmente

Come dice la ricerca, «piuttosto che concentrarci su ciò di cui abbiamo davvero bisogno, abbiamo l'infelice tendenza a focalizzarci su ciò che hanno le altre persone».

La qualità della vita senza FB. Lo studio evidenzia anche altri effetti nocivi di Facebook e quanto liberarsene migliorerebbe la qualità della vita. Per esempio, l'88% dei soggetti campione che ne sono rimasti lontani per una settimana ha detto di sentirsi felice (contro l'81% degli altri), mentre il 54% di quelli rimasti su FB ha ammesso di sentirsi in uno stato d'animo definito "preoccupato" (contro il 41%) e il 25% di sentirsi solo (contro il 16%).

I primi hanno inoltre dichiarato un aumento delle attività sociali nel mondo reale e della capacità di concentrazione, mentre chi è rimasto attaccato a Facebook si è dimostrato il 55% più propenso allo stress.

13 novembre 2015 filippo ferrari
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