Digital Life

Social network, anonimato in Rete e terrorismo: la tripletta che fa paura

Facebook consentirà l'uso anonimo. Sono in molti a cantare vittoria, ma gli esperti di anti-terrorismo prevedono pesanti conseguenze per la sicurezza internazionale.

Alla maggior parte di noi sapere che presto ci si potrà collegare a Facebook in maniera completamente anonima utilizzando la rete TOR, probabilmente non cambierà la vita. Ma a chi si occupa in prima persona di sicurezza e lotta al terrorismo questa evoluzione dell’azienda di Menlo Park non è piaciuta.

Nascosti tra i social. Tra coloro che non hanno tardato a manifestare il proprio dissenso c’è Robert Hannigan, neo-capo dell’ufficio di intelligence britannico: in un articolo pubblicato qualche giorno fa Hannigan se la prende, senza troppi giri di parole, con tutte i big della rete che mettono a disposizione degli utenti le tecnologie per utilizzare Internet in modo non rintracciabile.


L’elenco dell’ufficiale dei servizi britannici è lungo e non risparmia nomi eccellenti: da Facebook a WhatsApp (che poi sono la stessa azienda), da Apple a Google passando per Twitter.


Al centro della polemica ci sono insomma i social network, che l'intelligence britannica accusa di prestarsi a essere usati dai terroristi per comunicare tra loro e con il pubblico in maniera irritracciabile.

Dal punto di vista pratico la mossa di Facebook permetterà agli utenti di utilizzare il social network attraverso la rete di TOR, un complesso sistema di nodi, scatole cinesi e tunnel digitali che rendono molto difficile localizzare il compu9ter dal quale è stata effettuata la connessione. Ciò significa che la storia della navigazione dell’utente, i contenuti che ha postato e il luogo da dove l’ha fatto non potranno più essere rintracciati.


E il diritto alla privacy? Ma non tutti la pensano allo stesso modo: chi vive nei paesi dove i social media sono vietati o molto ostacolati avrà una possibilità in più per comunicare con il mondo. Nigel Smart, dall’Università di Bristol, spiega a New Scientist come tutti noi, quotidianamente, utilizziamo le tecnologie di cifratura e criptazione per metterci al riparo dai cattivi digitali. Per esempio quando utilizziamo la nostra carta di credito per fare acquisti online.

«L’interesse per la crittografia e la cifratura dei dati è esploso in seguito al "caso Snowden", che ha reso pubblici i sistemi di sorveglianza impiegati dalla NSA, l'agenzia per la sicurezza americana. Ciò che ha fatto Snowden ha acceso i riflettori sulla quantità di informazioni in possesso delle agenzie di intelligence di tutto il mondo e sui metodi a volte discutibili impiegati per raccoglierli», prosegue l’esperto.

Dimmi dove vai... La questione è spinosa: a volte l’utilizzo dei sistemi di cifratura e navigazione anonima è perfettamente legittimo e tutela il diritto alla privacy di ogni libero cittadino.

A chi farebbe piacere scoprire che il governo può accedere alla sua cronologia di navigazione e vedere che si interessa di cure contro l’alitosi, i piedi puzzolenti o, più seriamente, di malattie gravi e invalidanti che potrebbero costare il posto di lavoro o la possibilità di stipulare una polizza di assicurazione?

La sicurezza nella rete

7 novembre 2014 Rebecca Mantovani
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