Facebook ha da tempo dichiarato guerra ai finti profili dei personaggi famosi. Così Salman Rushdie ha dovuto dimostrare al social network di essere davvero il famoso scrittore dei versetti satanici a dispetto della reale identità riportata sul suo passaporto.
“Salman Rushdie vince la guerra dei nomi contro Facebook grazie allo zampino di Twitter”
Altolà, fatti riconoscere - Lo scrittore inglese Salman Rushdie - noto soprattutto per i suoi versetti satanici che negli anni Ottanta gli sono valsi una bella condanna a morte da parte degli islamici più integralisti - è finalmente tornato su Facebook. Ma che faticaccia! Il social network gli aveva bloccato il profilo lo scorso weekend - come prevenzione ai tanti falsi di personaggi pubblici che abbondano online - in attesa di ricevere una “prova” della sua vera identità.
Twitter vs Facebook - Salman Rushdie manda a Facebook copia del suo passaporto e iniziano i guai. Sul documento il suo vero nome è Ahmed Salman Rushdie e non solo Salman Rushdie com’è conosciuto in tutto il mondo. Facebook gli ripristina l’account con il nome di Ahmed Rushdie. Lo scrittore chiede spiegazione al social network che non risponde. Rushdie racconta immediatamente la sua disavventura sul rivale Twitter con frecciatine “sataniche” a raffica e la minaccia di voltare le spalle a Facebook. Il resto del “battage mediatico” lo fanno i suoi tantissimi follower cinguettanti. E alla fine, grazie al polverone sollevato sulle pagine del rivale Twitter, Facebook torna sui suoi passi e gli concede il profilo con il suo vero nome (d’arte) con tante scuse. E se fosse successo a uno di noi come sarebbe andata?
Silvia Ponzio
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