di Peppe Croce
Secondo Bernardo Huberman, uno dei manager di HP, dare un valore di mercato alle informazioni che ci riguardano sarebbe vantaggioso per tutti: sia per le aziende sia per (noi) utenti. E la privacy?
"I dati personali sono il bene più prezioso su internet, perché regalarli?"
Sono i dati che contano -
produrre in casa uno smartphone
differenza tra "Share" e "+1"
Microsoft, infine, ha appena lanciato il suo So.cl
Prendi i miei dati - Gli utenti del web, sull'argomento, si possono dividere in due grandi gruppi. Il primo è formato da coloro che sono gelosissimi della propria privacy e fanno di tutto per difenderla. E gli accorgimenti non mancano. Il secondo, al contrario, è costituito da persone che sanno benissimo che ogni "Like" è un attentato alla privacy, ma in buona sostanza se ne fregano.
La borsa o la privacy - E poi c'è Bernardo Huberman, direttore del Social Computing Research Group di HP, che ha in mente qualcosa di diverso: la borsa dei dati personali. Secondo Huberman, che insieme a Christina Aperjis ha scritto un paper scientifico su questa possibilità, la gente farebbe bene a prendere in considerazione l'ipotesi di vendere i gusti personali. Magari mantenendo inizialmente una forma di anonimato. Dando la possibilità agli utenti di un ospedale di vendere la propria cartella clinica togliendo il proprio nome, per esempio, si potrebbero migliorare i servizi offerti da altre strutture sanitarie concorrenti e tutto il sistema sanitario. Vendendo i dati del proprio navigatore satellitare GPS, invece, si potrebbero aiutare i sindaci a scegliere bene i quartieri dove rinforzare il sistema viario. (sp)