Chi è Anonymous? Ne avrai sentito parlare per via degli attacchi scatenati dalla chiusura MegaUpload, o ai danni di vari siti istituzioni e governativi come la Cia, ma anche più di recente ad alcuni politici italiani. Anonymous può essere chiunque. E chiunque, in rete, può venire fregato.
“Chi ha cercato di rubare i dati delle carte di credito dei supporter di Anonymous?”
Chi la fa, l'aspetti? - A Cupertino non c'è solo Apple. Hai presente Symantec? Sì, è l'azienda che da anni produce tutta la famiglia di software per la sicurezza del tuo computer che include il famosissimo Norton Antivirus. Sono stati i loro ricercatori a scoprire che, nei giorni degli attacchi a difesa di MegaUpload, qualcuno ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote a tutti quelli che abbiano avuto l'idea di dare una mano agli Anonymous nel bersagliare i siti delle case discografiche, dell'FBI, della Casa Bianca e di alcune associazioni che lottano per la difesa del copyright. Gli attacchi sono stati del tipo Denial of Service (DoS, un modo per intasare le risorse di un sito rendendolo inaccessibile. C'è chi ha parlato di WWWW - World Wide Web War – una guerra, insomma. Più di trentamila persone avrebbero partecipato a questo evento, il più grande attacco mai realizzato sul web.
Denial of che cosa? - Per effettuare l'attacco si utilizza uno strumento chiamato Slowloris che, quando lanciato sul computer, continua a cercare di effettuare accessi al sito-bersaglio. Il software era scaricabile attraverso un link pubblicato sul sito Pastebin, all'interno di una guida per il suo utilizzo. Il link è stato ampiamente diffuso tramite Twitter. Peccato che scaricasse sul pc dell'aspirante Anonymous un trojan chiamato Zeus, un malware di difficile rimozione che invia a un server remoto i dati di accesso alla posta elettronica e le credenziali per l'online banking, ricevendo in cambio il vero Slowloris per nascondere la presenza del trojan. Non si sa chi abbia cercato di approfittare dell'evento per infettare migliaia di computer, come spiega Symantec, i supporter non solo hanno infranto la legge effettuando l'attacco DoS, ma hanno anche rischiato o subito il furto dei propri dati personali. Un anonimo ha fregato gli Anonymous. (sp)
Chiara Reali
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