Digital Life

Privacy: le aziende mettono on-line la salute dei lavoratori

Datore di lavoro controlla salute dipendenti.

In Usa la salute è un gran business e, oltre al complesso iter della riforma sanitaria dell’amministrazione Obama, l’ultima notizia riguarda il rapporto tra datore di lavoro e stato di salute dei suoi dipendenti. Il punto debole del sistema potrebbe riguardare il diritto alla privacy ed eventuali discriminazioni dovute a malattie specifiche (tipo Virus Hiv).

“Una nuovo metodo tutto americano per mantenere in salute i propri dipendenti...”

Registrano i dati – L’idea è venuta ad alcuni grandi aziende, come la catena di negozi Wal-Mart, la tecnologica Intel, la British Petroleum e il leader farmaceutico Sanofi Aventis. Queste aziende hanno aderito al consorzio Dossia, che è specializzato nella registrazione online di tutti i dati medici dei dipendenti, provenienti da varie fonti: ospedali, dottori generici, farmacie.

A cosa serve - In pratica la storia medica di ogni singolo dipendente viene registrata e tracciata, sia dal diretto interessato che dal sistema Dossa e, con qualche annessa polemica, anche dal datore di lavoro. Gli interessati assicurano che il sistema serve a tracciare in modo completo lo stato di salute dei dipendenti, raccogliendo in un unico database le informazioni relative a malattie, cure, ricoveri e medicine normalmente utilizzate. Questa registrazione, in mancanza di un servizio sanitario nazionale, permette alle aziende di abbattere i costi per la salute dei propri dipendenti. E permette ai dipendenti di conoscere a fondo il proprio stato di salute e migliorarlo con le cure adatte, incrementando così anche la capacità produttiva sul luogo di lavoro.

Dati sensibili - In teoria i dati registrati sono accessibili e modificabili online solo dai dipendenti, ma il punto oscuro è che fine facciano tutte queste informazioni una volta che il dipendente cambia lavoro. Le aziende consorziate nel sistema di Dossia, assicurano che i dati (molto sensibili) sullo stato di salute non sono accessibili e non verranno ceduti a terzi.

5 maggio 2010
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