Un recente studio danese ha rivelato che il 70% degli intervistati ritiene socialmente accettabile scaricare materiale illecito da Internet, mentre la maggior parte lo ritiene immorale la pirateria per fini di lucro.
“Il download pirata è accettato solo per uso personale”
Pirati all'attacco - Negli ultimi 10 anni le aziende hanno cercato in tutti i modi possibili di contrastare la pirateria e la condivisione di materiale coperto da copyright sulle reti peer-to-peer. Le software house e i produttori di videogiochi si affidano a sistemi di sicurezza per tentare di impedire la copia e l'uso dei loro prodotti da parte di utenti “non paganti”. Le case discografiche cercano di scoraggiare il fenomeno della pirateria attraverso le vie legali (e multe astronomiche), mentre le major cinematografiche sperano di educare gli utenti alla “legalità” attraverso campagne che illustrano i danni economici arrecati alle aziende dalla diffusione e lo scambio di film coperti dai diritti d'autore. Nessuno ha ottenuto i risultati sperati.
Sì, ma per uso personale - Un recente studio danese condotto dalla Rockwool Foundation Research Unit conferma che la pirateria non è sentita come qualcosa di illegale, almeno non da tutti. Il 70% degli intervistati considera socialmente accettabile il download di materiale coperto da copyright. Nello specifico, il 15-20% lo ritiene assolutamente giustificabile, contro una minoranza del 30% che lo considera inaccettabile. Accettabile, ma a condizione che sia solo uso personale e non rappresenti una fonte di profitto. È curioso che i risultati di questo studio siano praticamente gli stessi di un'indagine simile condotta nel 1997: già allora sette intervistati su dieci consideravano la pirateria socialmente accettabile. Come dire, l'atteggiamento dell'utente medio negli anni non è cambiato di una virgola nonostante gli sforzi congiunti dell'industria dell'intrattenimento.