A volte ci dicono di cambiarle spesso, a volte l'esatto contrario, c'è chi consiglia lunghi e improbabili mix di caratteri e chi suggerisce di non sceglierle troppo complicate... La vera verità è che quando si tratta di password sbagliamo sempre: il più ampio studio sulle chiavi di accesso rivela che più della metà degli utenti le riutilizza più volte su diversi account, o le modifica soltanto di poco - un accorgimento che non garantisce la sicurezza dei dati, anzi.
Gang Wang e i colleghi informatici della Virginia Tech hanno analizzato 61,5 milioni di password utilizzate da 28,8 milioni di persone nell'arco di 8 anni, e rese pubbliche durante vari episodi di violazione dei dati. Le password erano state usate su 107 diversi tipi di provider, social network o motori di ricerca, inclusi Gmail, Myspace e LinkedIn. I risultati dello studio, che sarà presentato a fine mese in una conferenza sulla sicurezza dei dati in Arizona, ci dipingono come una specie inadatta alla protezione dei dati.
Senza speranza. L'85% di chi fa acquisti su siti di shopping online riusa più volte le stesse password, che potrebbero indirizzare i cyber truffatori ai dati della carta di credito. Anche per gli account email, forzieri di dati personali, i due terzi degli utenti ricorrono a password già utilizzate altrove. Il riutilizzo delle parole chiave è particolarmente rischioso perché, violato un account, si può facilmente accedere anche agli altri.
Un po' di fantasia! Ricorrere a diverse varianti della stessa non sembra funzionare: un algoritmo ideato dagli autori dello studio ha indovinato correttamente il 30% delle password modificate in un massimo di 10 tentativi. La minaccia delle password rubate non sembra però spaventare: dopo le brecce nei sistemi di sicurezza, il 70% degli utenti le cui password erano state pubblicate è tornato a usare le stesse!
Diversificare. Date queste premesse poco rassicuranti, come fare per proteggere la privacy online? Per Wang, è importante almeno assicurarsi che gli account più sensibili e importanti abbiano chiavi d'accesso uniche, mentre per quelli "minori" possiamo anche ricorre a password riciclate. Fino a qui sembra fattibile...