C’è chi dice che sia la prima, grande invenzione di questo secolo e che nei prossimi anni non potremo farne più a meno. Parliamo della blockchain, una sorta di libro mastro digitale, decentralizzato, su cui poggiano i bitcoin e la maggior parte delle valute virtuali, che non passando per banche né intemediari finanziari, hanno bisogno di un metodo sicuro per registrare le transazioni.
Proprio questo fa la blockchain, distribuisce il registro delle transazioni (blocchi) tra milioni di utenti nel mondo: ogni nodo (un computer connesso alla rete) riceve una copia del registro automaticamente. E in questo modo nessun dato registrato può essere alterato.
Una sorta di incorruttibilità che potrebbe fare della blockchain la tecnologia ideale da impiegare anche al di fuori degli scambi di criptovalute. Come scrivono Don & Alex Tapscott in Blockchain Revolution, la blockchain potrebbe infatti essere programmata per "certificare" tutto ciò che abbia valore.
Dalle parole ai fatti: a oggi sono almeno 4 i possibili e promettenti impieghi della blockchain che più di altri potrebbero semplificarci la vita. Eccoli.
1. ID digitali.
La creazione dell’identità digitale, che ci renda riconoscibili nelle operazioni che facciamo online (e non solo) è una delle sfide del futuro, e vede impegnate tra gli altri, anche la Microsoft con la sua app Authenticator, creata anche per consentire alle persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo di accedere ai servizi finanziari o avviare un'attività in proprio.
Da qualche tempo gli ingegneri di Microsoft stanno lavorando a una tecnologia in grado di usare la blockchain pubblica, per rendere inviolabile la nostra identità digitale, attraverso la crittografia. Al momento il processo è ancora in fase di studio: "per adesso il sistema blockchain si basa sui cosiddetti early-adopter ('pionieri' nell'uso di una tecnologia)", si legge nel blog di Microsoft dedicato all'argomento, "che spendono tempo ed energie per farlo funzionare; ma in futuro, se vogliamo che diventi alla portata di tutti, le operazioni di gestione delle chiavi dovrebbero diventare intuitive e a prova di errore". I ricercatori sono ottimisti e presto potrebbero esserci buone nuove.
2. Voto digitale. Ammettiamolo: se c’è un motivo per cui le votazioni digitali stentano a diffondersi, è la paura delle frodi elettorali. I sistemi usati finora, infatti, non garantiscono la sicurezza necessaria. Ma le cose potrebbero cambiare nel giro di qualche anno: una tecnologia come quella della blockchain è infatti già teoricamente in grado di permetterci di votare con un clic, e in modo abbastanza trasparente da consentire a qualsiasi autorità di verificare se avvengono tentativi di intrusione o se qualcuno ha provato a modificare i voti.
Una prima sperimentazione è stata fatta lo scorso marzo in Sierra Leone, dove il voto dei cittadini è stato registrato usando una tecnologia creata da Agora, una startup svizzera, che memorizza in modo anonimo i voti in una blockchain privata (ma controllata da osservatori indipendenti), e permette l’accesso immediato ai risultati elettorali. "I votanti hanno espresso la loro scelta su schede cartacee, quindi il nostro team di osservatori imparziali li ha registrati sulla blockchain" ha spiegato un rappresentante di Agorà. “L’impiego della tecnologia blockchain ha permesso di ottenere il conteggio dei voti con due ore di anticipo rispetto alla conta ufficiale condotta dalla Commissione Elettorale Nazionale”.
3. Addio notai.
Un altro degli obiettiv che si potrebbe ottenere con la blockchain, ed è tema nel quale Internet dopo le premesse iniziali sembra aver fallito, è quello di eliminare la carta dai documenti ufficiali, a cominciare dalle compravendite.
Mentre oggi, quando acquistiamo una casa o un'auto, dobbiamo registrare la transazione su carta e depositarne varie copie, in futuro potremmo archiviarli facilmente in formato digitale, proprio come avviene con il libro mastro delle transazioni dei bitcoin. Questo comporterebbe la velocizzazione delle operazioni legate alla stesura dei contratti, l’identificazione sicura delle controparti e la possibilità di registrare, monitorare e trasferire titoli fondiari, atti di proprietà e altro su dei database decentralizzati, dove i documenti sarebbero sempre verificabili.
E potremmo dire così addio al notaio. In alcuni Paesi la sperimentazione è già in corso: l’Honduras di recente ha per esempio deciso di "certificare" il suo catasto di immobili e terreni utilizzando la blockchain, tagliando fuori di fatto tutti i pubblici ufficiali che precedentemenre erano necessari per il suo esercizio. Nel 2016 ha fatto qualcosa di simile anche la Georgia, dove il governo e la società Bitfury Group hanno lanciato il primo progetto al mondo per registrare i titoli di terra tramite una blockchain privata, rendendo tali transazioni verificabili attraverso la blockchain di bitcoin, che è pubblica e considerata molto più sicura di qualsiasi alternativa privata.
4. Trasferimenti di denaro.
Vista però l'esperienza ormai consolidata nel campo delle criptovalute, l'uso più immediato che si può prevedere per la blockchain è come mezzo per accelerare il trasferimento di fondi tra due parti. A differenza delle banche, questa tecnologia è infatti operativa 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana e, grazie alla grande potenza di calcolo di cui dispone, è in grado di elaborare qualsiasi transazione finanziaria in pochi secondi.