Digital Life

Nintendo 3DS: ecco perché costa 259 euro

Il ricarico per i negozianti sarà praticamente nullo.

Paragonando questo prezzo ai €259 che ci verranno richiesti, nessuno potrebbe darci dei taccagni se ci lamentassimo. Va ricordato però che il DSi è stato rilasciato relativamente tardi rispetto al sorprendente ciclo vitale della console, in un periodo in cui Nintendo poteva permettersi di correre qualche rischio avendo già ampiamente ripagato il suo investimento.

“Le stime suggeriscono per Nintendo un margine di 60 euro a console ”

Ovviamente, oltre al prezzo delle materie prime ci sono un sacco di altri variabili da considerare: mano d'opera, marketing, confezionamento e distribuzione, per non parlare degli ingenti costi di ricerca e sviluppo. Non dobbiamo essere però così ingenui da aspettarci che Nintendo ci riveli qual è il suo margine o quanto sia il ricarico sul distributore per ogni unità: non lo direbbe neppure sotto tortura. Tuttavia, una fonte affidabile ha rivelato a Eurogamer che il prezzo di vendita ai distributori è di poco inferiore ai €200.

Quando a un portavoce di Nintendo è stato chiesto un chiarimento in merito, si è trincerato dietro un secco "sono solo pettegolezzi e speculazioni, no comment". Tuttavia, se il calcolo è giusto questo vuol dire che Nintendo ha un margine in Europa di circa €60 per ogni pezzo.

E ai distributori cosa rimane? Il resto della fetta, il che comporta che nel caso si voglia posizionare il prodotto a dei prezzi concorrenziali, resteranno ben pochi spiccioli nelle tasche dei negozianti.

Senza contare che da noi c'è anche l'IVA al 20%, che è l'elemento di maggior peso nel raffronto col più basso, e non tassato, prezzo americano (250 dollari, ovvero 176 euro). Se i distributori pagano ogni 3DS circa €200, l'IVA lo porta a quasi €240.

C'è poi un'ulteriore variabile da calcolare, i costi di manodopera. Questa cifra è difficile da valutare ma c'è una regola empirica secondo la quale dal 15 al 19 per cento degli introiti dei rivenditori servono a pagare il loro costi fissi. Anche rimanendo bassi con le stime, è facile capire come un negoziante ne veda veramente pochi, di quei €259.

Questa idea potrebbe sorprenderci ma è quasi la norma. Di solito i distributori non si aspettano grandi guadagni dall'hardware, che è solo un mezzo.

"Pochi se lo aspettano ma il margine dei distributori sull'hardware è incredibilmente basso", spiega Divnich."Il loro profitto è nei videogiochi e negli accessori. Un distributore standard ha un margine che varia tra il 20, 25 per cento su un gioco e, tra 40 e 60 per cento sugli accessori".

Anche così, però, non si può fare a meno di pensare che i negozianti che lo venderanno a un prezzo più basso saranno gli unici a incassare il colpo in nome di una fetta di mercato su cui guadagneranno in molti.

"Se si considera l'IVA e tutti gli altri fattori secondari, ai negozianti non restano che pochi centesimi", spiega Don McCabe, amministratore delegato della rete di vendita indipendente CHIPS. "Anche se parliamo di negozi online, venderlo a prezzi inferiori a quello di lancio potrebbe portare a delle perdite".

27 marzo 2011 Stefano Silvestri
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