Il cuore della rete internet è oggi costituito da collegamenti ottici. Un gruppo di ricercatori al MIT ha lavorato a come poter organizzare tali reti ottiche in maniera tale da migliorare di molto la velocità di Internet. La maggior parte di tempo, infatti, oggi si perde nel convertire il segnale ottico a quello elettrico che arriva a noi. Perché dunque si preferisce convertire il segnale in elettrico? Perché il segnale ottico non può essere "controllato" bene: se due flussi arrivano ad un router allo stesso istante, non c'è modo di mettere uno "in attesa". Con il segnale elettrico oggi, invece, si può immagazzinare temporaneamente uno dei flussi (impossibile senza conversione a segnale elettrico).
I ricercatori del MIT hanno messo a punto una tecnica chiamata "flow switching", che risolverebbe il problema riservando delle lunghezze d'onda particolari a sensi unici: ogni router, dunque, riuscirebbe ad accettare flussi ottici solo da una direzione e inviarli a sua volta solo in una direzione. Se questo è già quello che accade oggi, il "flow switching" consente di adattare automaticamente tale politica ai diversi carichi istantanei della rete. Il tutto senza sprecare più energia, ma anzi diminuendo i quantitativi necessari oggi.
Tutto oro? Non esattamente, dato che usare questa tecnica significherebbe cambiare molti router: un investimento non indifferente. Quello che manca, al momento, è la domanda degli utenti. Se non c'è domanda, nessuno ha interesse ad investire. Forse l'ascesa dell'alta definizione, pensa Chan, a capo del gruppo di ricerca, creerà tale domanda. Aspettate, ma Google non aveva detto che bisognava fare l'esatto opposto, cioè velocizzare la rete per creare nuovi scenari e stimolare la domanda?