LulzSec, il movimento di hacker più attivo e violento del mondo, aveva proclamato il proprio scioglimento poco tempo fa. Evidentemente il gruppo si sentiva accerchiato ed in pericolo, e per questo aveva progettato di difendersi nascondendosi nella cappa confusa di Anonymous. Il piano non ha forse avuto il successo sperato: c’è stata una raffica di arresti di hacker in tutto il mondo e le forze di polizia e gli hacker che si oppongono a queste famigerate associazioni di cybercriminali hanno acclamato la cattura di individui di alto profilo come “Sabu” e “Tflow”, dei leader durante la primavera di disastri informatici scatenati da Lulzsec. Il conto della giustizia pare essere particolarmente salato, con 14 sospetti arrestati solo in USA, seguiti a ruota da altri individui catturati in Italia, Olanda, UK, Svizzera e Turchia.
La reazione del mondo underground degli hacktivisti è giunta dopo poco tempo: il LulzSec, risorto dalle ombre, ha annunciato di aver violato la sicurezza del Sun, il giornale inglese al centro degli scandali sulle intercettazioni telefoniche. Complice involontaria anche il direttore esecutivo Rebekah Brooks, rea di aver usato come password per le proprie email un semplice 630000. Geniale. L'attacco già ieri aveva i connotati di un successo, tanto che sul sito del giornale inglese un redirect portava ad un articolo-farsa sulla presunta morte di Rupert Murdoch. Pare però che i danni al giornale non si siano limitati ad un semplice defacing: nelle prossime ore sarà distribuito un archivio di mail riservate.
Il problema degli hacker è che è davvero difficile avere la certezza al 100% di aver preso la persona giusta. Nel frattempo tanto LulzSec quanto Anonymous hanno continuato a comunicare che i veri Sabu e Tflow sono ancora liberi (il primo ha continuato a postare sul proprio Twitter). E se anche non sono liberi, sono solo degli individui, rigorosamente privi di volto, all’interno di una moltitudine di guerriglieri informatici. Come dare loro torto?