Digital Life

Le peggiori password del 2015

Sequenze numeriche prevedibili e parole scontate: ecco la lista delle parole chiave più ingenue e facili da "craccare" per un cyber criminale.

Le password per internet sono poco sicure. Lo rivela uno studio pubblicato da SplashData, azienda californiana che si occupa di sicurezza, che sottolinea come nonostante i pericoli di "infiltrazione" attraverso le connessioni siano sempre più alti, e nonostante la gente sia sempre più consapevole dei rischi, molte persone formulano parole chiave banalissime e facilmente ricostruibili da truffatori e cyber spie.

Il trionfo delle sequenze. L'analisi, che prende in esame le peggiori password utilizzate lo scorso anno negli Stati Uniti, racconta come circolino ancora "stringhe" della stessa complessità di quelle che si usavano 25 anni fa. Ecco la top ten di quelle più ingenue:


1. 123456
2. password
3. 12345678
4. qwerty
5. 12345
6. 123456789
7. football
8. 1234
9. 1234567
10. baseball

Assodato che la sequenza "123456" si mantiene al primo posto per il secondo anno consecutivo (a discapito di "password", che ha dominato fino al 2013), la lista (online sul blog di SplashData) prosegue con altre banalità in lingua inglese, come "welcome", "abc123" e "1111". Anche "1qaz2wsx", che potrebbe sembrare frutto di una mente brillante, è in realtà il risultato della digitazione in sequenza dei tasti incolonnati sotto 1 e 2 sulla tastiera del computer.


IL RITORNO DELLO JEDI. Lo studio è anche uno specchio dei tempi: l'enorme popolarità del settimo episodio di Guerre Stellari ha indotto molti a rispolverare parole chiave non esattamente a prova di hacker, come "princess", "solo" (il personaggio interpretato da Harrison Ford) e "starwars".

Le password dovrebbero aiutarci ad aumentare la sicurezza dei dati digitali, dunque è importante sceglierle con cura: le più sicure devono avere almeno 12 caratteri, mescolare numeri e lettere maiuscole e minuscole e non devono essere mai usate per accedere a più siti. E se avete troppe password da ricordare, suggerisce SlpashData, meglio usare un software per la gestione delle password, un password manager.

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22 gennaio 2016 Martino De Mori
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