Secondo quanto dichiarato dal noto analista di Wedbush Morgan, Michael Pachter (via VG247), entro il 2030 tutti i videogiochi saranno distribuiti per mezzo di servizi cloud computing.
“A rischio i rivenditori e i meno abbienti”
Ciò significa che non esisteranno più le console e che i videogame verranno eseguiti su server remoti che invieranno le immagini direttamente sui nostri schermi.
Un sistema, questo, che renderebbe possibile giocare su qualsiasi dispositivo dotato di uno schermo e di una connessione a internet, che sia un cellulare, un tablet o un qualsiasi televisore.
"Il business diventerà importante nei prossimi tre o quattro anni", afferma Pachter.
"Nel 2015 il cloud avrà ottenuto una fetta consistente del mercato, nel 2020 il 50% dei giochi sarà cloud mentre nel 2030 il 100% del business sarà cloud-based".
Secondo Pachter, il nuovo modello di distribuzione metterà a rischio il business dei rivenditori, mentre le fasce meno abbienti rischiano di vedersi tagliate fuori dal proprio hobby a causa della morte del mercato dell'usato.
Publisher e sviluppatori, invece, dovrebbero incrementare i guadagni grazie al cloud.
Pachter ha parlato inoltre della perdita di importanza dell'industria nipponica, costituita da publisher che diventano "sempre più piccoli e insignificanti".
"Hanno provato ad adattare i contenuti giapponesi al mercato occidentale ma hanno fallito e ora hanno paura di ripetere l'errore".
Dopo aver citato il caso di Vanquish, un gioco di qualità che non ha avuto successo commerciale al di fuori del Giappone, Pachter ipotizza che l'industria nipponica possa rivolgersi sempre più al mercato interno. "In ogni caso, il mercato giapponese non sta crescendo", conclude l'analista.