Anni fa c’era un commercio piuttosto significativo di click: alcuni webmaster privi di scrupoli compravano migliaia di “visitatori” artificiali che passavano per i loro siti come se fossero traffico legittimo. L’origine di questi click era per lo più da ricercarsi nei botnet, reti immense di computer hackerati e usati come schiavi per inviare spam e visitare per finta i siti allo scopo di potenziarne la posizione su Google.
Questo genere di truffa è meno popolare oggi come oggi: Mountain View è diventata progressivamente più brava a capire, e generalmente una simile punta di visite non spiegata ha l’effetto contrario rispetto a ciò che si voleva ottenere, ovverosia attirarsi le ire del motore di ricerca.
Ma la gente crede nei soldi facili e ancor di più nei metodi loschi per ottenerli. Ora però non sono i click ad essere in vendita bensì i +1 di Google, quei segni di apprezzamento per un sito che fanno balzare in cima alle ricerche un risultato. I “pacchetti” vanno da 50 a 2000 +1, con un prezzo che oscilla tra $0.18 e $0.38. Vengono spacciati per “umani”, ma è abbastanza certo che si tratti di macchine a cliccare. Inutile dire che le stesse considerazioni restano valide: sembra un aiuto al vostro sito, invece è sicuro di farvi mettere una “bandierina” rossa che a lungo andare vi penalizzerà molto.