In effetti, di tutti i paesi del mondo, la Turchia è uno di quelli che ha più ragioni di sentirsi preoccupata dagli attacchi degli hacker. Di tre attacchi che sono capitati ai miei siti o server, tutti e tre erano stati portati a termine da turchi, con tanto di defacing nella loro lingua.
Certo, non posso dire che questo rappresenti una prova concreta, ma sono sul serio convinto che i giovani hacker del paese che ha dato i natali ad Ataturk siano particolarmente attivi e bellicosi. Il governo turco, dal canto suo, non dà la colpa ai propri concittadini ma piuttosto evoca l’Uomo Nero in persona, Anonymous. Le ragioni di questo attacco sono i piani per la censura del traffico Internet che l’attuale governo brama di promulgare sotto forma di legge.
Con la scusa della lotta contro la pedofilia, il vero piano è quello di porre sotto controllo la Rete per impedire l’organizzazione di rivolte e il libero fluire delle informazioni. Un sistema a quattro filtri: domestico, famiglia, bambini e standard sarà probabilmente il centro di una vera e propria rete spyware governativa che traccerà gli spostamenti online dei cittadini.
Insomma, la Turchia fa bene a preoccuparsi per la possibilità di proteste vigorose. Non sembrano affatto immeritate. (gt)