Twitter ha deciso di seguire una strada in puro stile wikipediano per tradurre il servizio nelle varie lingue della clientela. Finora il network era presente in inglese, francese, tedesco, italiano, giapponese, spagnolo e coreano, una serie di adattamenti operati tramite l’aiuto di volontari di tutto il mondo. Dato il successo del volontariato (è poco sorprendente, tutti vogliono avere i servizi che ritengono “primari” nella propria lingua), Twitter ha deciso di metterci una marcia in più ed ha creato il “Translation Center”.
Questa iniziativa è un nodo di raccolta degli sforzi di crowdsourcing contribuiti spontaneamente dagli utenti internazionali. Non si occuperà di tradurre i tweet, come è ovvio, ma dell’adattamento del servizio stesso. Funzionerà tramite un sistema interattivo “intelligente” non dissimile da quello di Google Translate, con flag e tag su frasi, commenti e persino profili per i traduttori. Lo sforzo riguarderà l’intera piattaforma, regolare o mobile in tutte le incarnazioni e feature.
Data l’importanza internazionale di Twitter quale mezzo d’espressione, trovo l’idea estremamente stimolante.
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