Il recente articolo del Wall Street Journal sulla prossima evoluzione di Google verso la ricerca semantica sarebbe una mezza bufala. Lo sostengono diversi esperti del settore che affermano che la ricerca semantica esiste già… dal 2009.
“La ricerca semantica non è affatto una novità!”
Bufala semantica - Nessuna novità da Google sul fronte della ricerca semantica: l’articolo del Wall Street Journal scritto da Amir Efrati sarebbe solo un puzzle di notizie vecchie e supposizioni personali. Che la stampa generalista abbia difficoltà a comprendere i motori di ricerca e tutto il mondo che gli gira intorno - SEO, SEM, linkbuilding, inbound marketing giusto per citare le parole più importanti e misteriose per l’utente normale - è un fatto già noto. Questa volta, però, la cantonata potrebbe essere veramente grossa perché a prenderla sarebbe stato uno dei giornali più autorevoli al mondo. E proprio l’autorevolezza della fonte ha indotto le testate di mezzo mondo a ribattere la notizia prendendola per buona.
C’è già dal 2009 - Sul prestigioso sito Search Engine Land, dedicato proprio al mondo dei motori di ricerca, è stato pubblicato un interessantissimo articolo che fa a pezzi quanto affermato da Amir Efrati sul WSJ. La ricerca semantica, innanzitutto, non sarebbe affatto una novità perché è stata annunciata da Google nel 2009 e già oggi si nasconde nel codice del misteriosissimo algoritmo di Google che, come la formula della Coca Cola, nessuno conoscerà mai. La capacità del motore di ricerca di estrarre informazioni dalle pagine web per offrire risultati semanticamente più utili agli utenti, invece, è stata lanciata nel maggio 2010 e si chiama "Squared". E fa parte pure lei della famosa formula magica.
Fantasmi plus - L’esperto di social media Mark Traphagen ricorda, invece, che l’autore del pezzo del Wall Street Journal sulla ricerca semantica è Amir Efrati, lo stesso che poche settimane fa, sempre sulla stessa nota testata, arrivò a dire che Google+ è una “città fantasma”. Lo stesso Traphagen, per questo, ha invitato i suoi follower su Google+ - che sono attualmente quasi 11 mila - ad andare sul profilo di Efrati e manifestare la propria disapprovazione con un clamoroso "Booooo". (sp)
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