di Luca Busani
La scomparsa di un giovane ha sempre una grossa risonanza: se dietro, poi, c’è una storia di pirateria informatica e indagini federali allora può diventare un caso sul web. Ecco chi era Aaron Swartz, il programmatore suicida di cui tutti parlano.
"La sua era una vita fatta di luci e ombre, in bilico
Carneade! Chi era costui? - Capita sovente che una tragica morte porti alla ribalta nomi che, per un motivo o per l’altro, prima erano sempre rimasti nell’ombra e che, invece, si scopre essere di personalità di spicco. Aaron Swartz è uno dei tanti Carneade di manzoniana memoria, che fino alla scorsa settimana era noto perlopiù agli addetti ai lavori e ora è sulla bocca di tutti. Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza sulla vita di questo controverso personaggio e sulle circostanze che probabilmente hanno portato alla sua prematura scomparsa.
tra idealismo e pirateria"
La cronaca dei fatti - Partiamo da un breve riassunto dei fatti di cronaca che ormai tutti conoscerete: il povero Aaron Swartz, venerdì scorso, viene ritrovato impiccato nel suo appartamento di New York da un’amica. Il giovane aveva solo 26 anni ed era diventato famoso prima per aver contribuito allo sviluppo della tecnologia RSS (Really Simple Syndication), uno dei più diffusi formati per la distribuzione di contenuti web, poi per essersi trasformato in uno dei paladini dell’informazione libera “a tutti i costi” via Internet. Ma quali eventi possono averlo spinto a compiere un gesto così estremo?
Una brillante carriera - Swartz, in 12 anni di “onorata” carriera - è stato un vero enfant prodige, che a soli 14 anni era già una celebrità negli ambienti nerd di tutto il mondo - non si è fatto mancare nulla: dopo aver contribuito alla stesura delle prime specifiche del RSS, ha frequentato la rinomata Stanford University, che ha poi abbandonato per fondare il celebre sito di social news Reddit. Dopo aver lasciato il progetto, ha creato la piattaforma gratuita Jottit e, infine, è rientrato nel mondo accademico, questa volta nel centro etico della Harvard University.
La depressione e il processo - Finora abbiamo parlato soltanto di luci, eppure nella vita di Swartz ci sono state anche parecchie ombre, soprattutto negli ultimi anni. Aaron, innanzitutto, ha iniziato a soffrire di depressione nel 2007, quando è stato costretto a dimettersi da Reddit, ma il vero colpo di grazia è arrivato nel 2011, quando è stato arrestato per aver scaricato e condiviso migliaia tra documenti e articoli scientifici dal portale JSTOR e, per questo motivo, rischiava fino a 35 anni di carcere, oltre a una maxi multa di un milione di dollari.
Il governo alle calcagna - Non era la prima volta che il governo americano indagava sul suo conto, anche se il ragazzo se l’era sempre cavata con qualche ingiunzione e la chiusura di diversi siti: al momento dell’arresto, però, gli investigatori hanno trovato nel suo hard disk personale qualcosa come quasi 5 milioni di file non autorizzati e questo deve averli convinti a prendere dei provvedimenti piuttosto drastici nei suoi confronti, nonostante i dirigenti dello stesso JSTOR avessero ritirato la denuncia a suo carico.
Robin Hood 2.0 - A questo punto, sarebbe anche troppo facile saltare a conclusioni affrettate sul conto di Swartz e, proprio per questo, occorre far chiarezza sulle sue idee di fondo: qui non stiamo parlando del solito pirata informatico o dell’ennesimo nerd voglioso di rivalsa e di soldi facili, ma di una sorta di Robin Hood dell’informazione 2.0 che, prima ancora di Julian Assange di Wikileaks, ha cercato in tutti i modi di sensibilizzare l’opinione pubblica contro i rischi che si corrono privatizzando - e monetizzando - tutto ciò che dovrebbe essere di pubblico dominio.
Il pubblico è pubblico - Il povero Aaron - senza entrare nell’ambito politico - non era né un anarcoide velleitario, né tantomeno un comunista delle nuove tecnologie, ma bensì un nobile idealista che partiva dal presupposto che tutto ciò che veniva generato con finanziamenti pubblici - dalle ricerche ai brevetti, dalle inchieste alle sentenze - dovesse rimanere sempre a disposizione di chi l’aveva finanziato, ovvero della collettività.
Era un mondo migliore - È davvero un peccato che una persona come Aaron Swartz abbia abbandonato questo mondo, perché - come ha scritto sul blog Boing Boing il suo collega, nonché amico, giornalista e romanziere, Cory Doctorow - “il nostro pianeta era un posto migliore quando c’era lui”. Oggi c’è un gran bisogno di uomini così, per salvaguardare la libera e democratica informazione pubblica, in un’era in cui - su Internet specialmente - tutto ormai ha un prezzo, dalla vite alla vita. (sp)