Sulle fake news, le bufale che circolano sulla Rete, si è detto ormai di tutto. Quello che sembra chiaro è che per riuscire a contrastarle occorre conoscerle: non solo chi le pubblica online e perché, ma soprattutto come si diffondono.
Fino a oggi i sociologi e gli esperti di comunicazione hanno descritto la viralità – il termine non è casuale - di queste false informazioni adattando i modelli matematici utilizzati in medicina per modellizzare la diffusione delle malattie. Si tratta però di una semplificazione del fenomeno che non permette di comprenderne a pieno le meccaniche.
Per questo motivo un team di ricercatori del Laboratorio di Computational Social Science dell’Istituto IMT di Lucca ha deciso di andare a fondo della questione e mettere a punto un modello matematico dedicato alla circolazione delle informazioni online, sia quelle vere sia le bufale.
Correnti di pensiero. Ciò che emerge dal loro lavoro è che la diffusione online delle notizie è estremamente prevedibile e sfrutta l’estrema polarizzazione di pensiero di quelle che sono vere e proprie tribù di utenti: gruppi in cui tutti la pensano allo stesso modo e nessuno è disposto ad ascoltare le ragioni degli altri.
La formazione di queste comunità è alimentata dall’estrema facilità con cui chiunque può pubblicare sulla Rete ogni tipo di informazione, indipendentemente dalla sua fondatezza.
I ricercatori si sono concentrati sul concetto di “distanza” cioè sulla potenziale differenza tra persone a causa delle loro idee: questa porta alla formazione di eco-chambers, gruppi di interesse che nascono attorno ad idee comuni, non importa se sbagliate, e continuano a rafforzare le proprie convinzioni.
In questi gruppi le notizie circolano molto velocemente da una persona all’altra e dato che una persona può appartenere a più gruppi, ecco che il contagio si propaga sempre più rapidamente.
Modello complesso. Ciò che hanno fatto Antonio Scala e i suoi colleghi è stato quello di inserire in questo modello il maggior numero possibile di parametri così da tentare di descrivere nel dettaglio il comportamento online delle persone, come si passano le informazioni e quali sono le conseguenze.
Obiettivo dei ricercatori è quello di mettere a punto un modello standard che permetta di descrivere in termini matematici ciò che accade in realtà.
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Report.