Della potenza dei social network nel diffondere bufale e informazioni distorte abbiamo parlato più volte. Ma come si propagano queste idee sulla Rete? E quali sono i filoni di disinformazione più gettonati? Se lo è chiesto Matteo Pavanati, insegnante di italiano, esperto di lingua e cultura cinese e appassionato di data visualization.
Yeti, politici e scie chimiche. Nel suo sito Pavanati ha recentemente pubblicato la mappa delle pagine complottiste italiane su Facebook. Un universo dell’assurdo fatto da oltre 2600 pagine che parlano di scie chimiche, propaganda anti-vaccini, complotti vari e disinformazione di ogni sorta: dagli avvistamenti di creature mitologiche a chi invoca il carcere per tutti Parlamentari italiani.


L’insegnante è partito dalle 15 pagine italiane di Facebook a carattere complottista tra le più note e seguite. Grazie a Netvizz, una app per Facebook che consente di ricostruire tutti i link associati a una pagina, ha estrapolato i nomi delle pagine a cui queste 15 hanno messo un “mi piace”.
Utilizzando Gephi, un altro software gratuito per l’analisi e la visualizzazione dei dati, ha incrociato tutti questi “like” ottenendo un grafo formato da 9 cluster, 2612 nodi e 22879 collegamenti, che sintetizza in uno sguardo la mappa del complottissimo online italiano.
Ogni nodo (i pallini) rappresenta una pagina e le linee che uniscono due pagine indicano che una ha messo un “mi piace” all’altra. Le dimensioni del pallino sono determinate dal numero totale di like che quella pagina ha ricevuto dalle altre del grafo.
Le pagine a contenuti simili, piacendosi a vicenda, sono tutti riunite nelle stesse zone.
Per complotto e anche per soldi. Nel suo sito Pavanati fa notare come pur essendo partito da 15 pagine puramente complottiste, il grafo si è allargato fino a includere pagine di informazione razzista, di pseudoscienza ma anche clickbait, pagine il cui obiettivo è unicamente quello di raccogliere click per visualizzare pubblicità. E dunque fare soldi. Insomma, una quantità di fuffa decisamente variegata.
Un po’ a sorpresa la mappa di Pavanati ci fa vedere come le scie chimiche siano ormai relegate ai margini del sistema mediatico. Secondo l’autore è il segno che anche tra i complottisti sono ormai in pochi a credere a una baggianata del genere. E come dargli torto?


I falsi positivi. Analizzando bene la mappa si nota come alcune pagine serissime, per esempio quella di Emergency, sono finite nel grafo: “colpa” delle pagine complottiste che hanno messo dei like a contenuti che questa ha pubblicato.
Ma Pavanati non si è fermato qui e ha pubblicato anche una versione interattiva della sua mappa, che permette di analizzare nel dettaglio i diversi tipi di collegamento.
Passando il mouse sui vari nodi vengono evidenziate le pagine con le quali è direttamente collegata e la sua Authority, cioè il numero di like che ha collezionato.