La Cina intensificherà i controlli sui social media e i servizi di instant messaging dimostrando un timore sempre più crescente verso le nuove forme di comunicazione. I blogger sono ormai considerati i nemici numero uno dal regime.
Pechino sembra sempre più terrorizzata dalla crescita esponenziale della galassia social, in particolare il fenomeno esplosivo dei microblog. Il piano del governo cinese non è di eliminare tutto, ma di tenere sotto stretta sorveglianza questi servizi che, lasciati a briglia sciolta, potrebbero spargere sedizione o anche solo malcontento nella popolazione.
Le nuove regole non menzionano direttamente i microblog, ma il timore esiste, e la parola d’ordine della nuova Cina è di dare l’illusione che tutto vada bene e che ogni ulteriore forma repressione sia solo per il bene comune.
L’universo web cinese - dall’altra parte della barricata - è però in piena espansione e non si lascia più di tanto intimidire. I cinesi hanno sviluppato un grado di sopportazione verso il proprio governo che rasenta il sovrannaturale, anzi, aspettavano tranquillamente che l’interesse malevolo dei censori si intensificasse.
Gran parte dell'attuale ondata di allarme governativo è la risposta alla facilità con cui il popolo social reagisce alle notizie, criticando e passando sotto la lente d’ingrandimento gli “abbellimenti” che il regime gli propina attraverso le fonti d’informazione ufficiali.
Il famoso caso della bambina investita è stato, infatti, seguito con molto interesse dai microblog e il tentativo di occultare i terribili risvolti della faccenda da parte degli organi di stampa è stato ben compreso e stigmatizzato. È ovvio che un regime totalitario non può permettere ai cittadini una qualsivoglia libertà di critica, ora bisogna solo a vedere quali saranno - all’atto pratico - le misure imposte dal governo. (sp)