“Fino al 2004 ero l’unico Mark Zuckerberg su Google, non c'era nessun altro. Mark S. Zuckerberg, avvocato per le cause di fallimento.” Così rimugina regolarmente Mark S. “Altro” Zuckerberg, che per comodità chiamerò “Altro”, un soprannome da lui stesso creato ed autoimposto.
All’avvocato quarantanovenne di Indianapolis Facebook non piace neppure (dice che ha fatto fallire il suo matrimonio), ma il problema non si pone dato che non può più accedere al proprio account. Facebook lo aveva preso per un fake (e, come sapete, le regole sull'argomento sono draconiane) e il servizio clienti sta ancora girando a vuoto nel lungo processo di “riabilitazione” degli account, un procedimento notoriamente cieco e farraginoso.
Non è senza una punta di ironia e di calcolato piagnisteo pubblicitario che il nostro “Altro” combatte una battaglia di posizionamento sui motori di ricerca. Sebbene oscurato dal giovane omonimo, l’avvocato non si è perso d’animo ed ha creato una pagina per spiegare il qui-pro-quo e pubblicizzare il sito del proprio studio legale. Migliorare il proprio Google Rank in questo caso sembra una battaglia in salita.