Un uomo in Minnesota, uno di quelli che probabilmente ha bisogno di un serio aiuto psicologico, ha aiutato più persone a suicidarsi, consigliando loro i modi migliori e perfino stipulando dei patti di suicidio. La vicenda, che assume indubbiamente caratteri eticamente e moralmente riprovevoli, chiama in causa anche la giustizia americana. Sembra che in Minnesota ci sia una legge piuttosto generale ed ampia sull'istigazione al suicidio, tale da includere anche episodi che, come in questo caso, hanno avuto effettivamente luogo fuori dallo stato e persino fuori dagli Stati Uniti. Per questo motivo l'uomo è stato arrestato e adesso è accusato di istigazione e concorso in suicidio.
Al di là del caso particolare, come al solito cerchiamo di andare all'origine delle notizie che commentiamo. Qual è il limite tra libertà di espressione e legalità? Per quanto possa sembrare strano che un uomo sia stato arrestato per un suicidio che non è avvenuto nel suo stesso paese, fa davvero differenza che la persona effettivamente morta viva in un'altra parte di mondo, considerato che la legislazione di quel particolare stato è decisamente contro il concorso in suicidio? La grande rete ha pressoché azzerato le distanze comunicative, sia spaziali che temporali, tra individui, e gli apparati burocratici (e di giustizia) di tutti gli stati stanno reagendo lentamente, dando una risposta sempre più imprecisa (e spesso interpretata) a quesiti che fino a qualche anno fa non ci si sarebbe mai potuto immaginare. E voi cosa ne pensate?