Qualche anno fa il governo americano aveva identificato un membro di Al Qaeda e ne aveva tracciato gli spostamenti, monitorando le sue chiamate e incrociandole con i movimenti e le chiamate di altri sospetti terroristi. Solo che non si trattava di un terrorista, ma di un giornalista di Al Jazeera. La storia è emersa qualche giorno fa grazie al sito The Intercept, che ha portato alla luce un sofisticato sistema di sorveglianza della Nsa, chiamato Skynet, e ha rimesso l'agenzia americana al centro dell'attenzione a causa delle implicazioni del suo sistema di sorveglianza globale.
Cose da film. Dopo aver scoperto che la Nsa ci può spiare attraverso gli hard disk dei nostri computer, ci troviamo davanti a un altro scenario da film, letteralmente. Forse fan del film Terminator, gli ingegneri-hacker della Nsa hanno chiamato il software Skynet. Quello del film con protagonista Arnold Schwarzenegger era un sistema di difesa che, improvvisamente, lanciava un attacco nucleare per distruggere l'umanità. Il software dell'agenzia americana non è niente del genere: utilizza i metadati dei telefonini per tracciarne la posizione e seguire le persone che li usano. Nello specifico la Nsa utilizza (o utilizzava) Skynet per inseguire e fermare i sospetti corrieri di Al Qaeda e altre organizzazioni terroristiche, monitorando i loro movimenti tra Pakistan, Afghanistan e altri Paesi.
Come funziona. Il programma è stato elaborato per scandagliare le reti delle aziende telefoniche del Pakistan e analizzare dati in grande quantità. Si basa su un algoritmo che identifica connessioni e ricorrenze ritenute sospette. Il software risponde dunque a domande del tipo: chi si è spostato da Faisalabad a Lahore il mese scorso? quali apparecchi sono stati chiamati da questo apparecchio? Skynet monitora anche i cambiamenti continui, e quindi sospetti, di sim card e di terminali mobili.
L'errore grossolano. Non si sa se Skynet sia o sia stato un programma di successo, ma è certo che nel fare il suo lavoro, a un certo punto è incappato in un errore piuttosto clamoroso. Nel 2012 Ahmad Muaffaq Zaidan, giornalista siriano di Al Jazeera con base a Islamabad sarebbe stato identificato come possibile terrorista e tracciato nei suoi spostamenti.
Solo che lui con Al Qaeda pare non c'entri niente: avrebbe solo la colpa di avere intervistato nella sua carriera alcuni membri dell'organizzazione terroristica, Osama Bin Laden compreso. I suoi contatti e movimenti nel corso del tempo hanno insospettito il software, che ha attribuito al giornalista movimenti riconducibili a quelli dei corrieri di Al Qaeda, mentre in realtà si sarebbe trattato di incontri con le sue fonti di informazione.
Questi dettagli sono contenuti nelle rivelazioni di Edward Snowden, che ha scoperchiato il pentolone dello spionaggio americano, desecretando un documento ufficiale del progetto Skynet in cui si vedeva proprio la scheda del giornalista, definito 'Membro di Al Qaeda'. A scrivere l'articolo per The Intercept è, fra gli altri, Glenn Greenwald, il giornalista del Guardian che fu tra i primi a ricevere le rivelazioni di Snowden nel 2013.
Zaidan, dopo aver saputo della faccenda, ha rilasciato un duro commento al sito, negando su tutta la linea di esser un membro di Al Qaeda o dei Fratelli Musulmani e accusando il sistema di sorveglianza americano: «è una violazione della libertà di stampa e del diritto all'informazione. È una assurda distorsione della verità e una violazione della professione giornalistica».
Skynet? Un programma come quello di Terminator, la Nsa sembra che ce l'abbia davvero. Consiste in un sistema di sorveglianza in grado di riconoscere cyberattacchi alle strutture americane
e di respingerli con dei controattacchi, sempre virtuali. Si chiama MonsterMind, altro nome quantomeno suggestivo.