Che Facebook e la privacy non andassero del tutto d'accordo lo sapevamo già. Che non cancellava fisicamente le foto cancellate e poi scaricate, lo sapevamo pure. La novità di oggi, però, sta nel funzionamento del profilo: ogni luogo, interesse, film, musica, sport, deve necessariamente essere linkato alla corrispondente pagina Facebook per apparire nel profilo. Basta leggere i commenti nel post di annuncio del team di Facebook per capire che gli utenti non ne sono per nulla entusiasti, anzi sono in molti a chiedere come si fa a tornare al "vecchio" Facebook.
Il delitto verso la privacy è facilmente spiegabile. Mentre ci si trova a fare altro, appare un messaggio "pop-up" che ci descrive brevemente il cambiamento. L'utente distratto clicca il pulsante più visibile per far sparire il messaggio (guarda caso il pulsante "Connetti il mio profilo"), senza neppure notare che Facebook ricorda che il profilo, di default, è pubblico e chi non vuole mostrare a tutto il Mondo i propri interessi deve seguire una procedura particolare, usando la sezione privacy nella "modifica profilo". Chi, invece, legge più attentamente e non accetta di avere il proprio profilo connesso è costretto comunque a cliccare un "Chiedimi più tardi", senza alcun altra scelta (il pulsante si potrebbe benissimo rinominare in "Prima o poi sarò costretto ad accettare"). In questo caso, l'utente "resistente" vede semplicemente sparire tutte le informazioni addizionali dal profilo, che diventa vuoto e inutile.
È vero che tre indizi fanno una prova? Ecco il terzo di indizio: Zuckerberg non crede nella privacy, secondo un suo dipendente. Come se qualcuno avesse ancora dubbi.