Il mondo del porno online ha finalmente il suo dominio. Il suffisso XXX è attivo solo dallo scorso 6 dicembre e ha già oltre 100mila siti registrati. È iniziata una nuova era per il web a luci rosse, anche se non tutti sono d’accordo.
“McAfee controllerà che i siti XXX siano a prova di virus e malware”
Sì e no - Se alcuni analisti ritengono che il dominio .XXX possa portare maggiore sicurezza e controllo, l’industria del porno è invece divisa perché alcuni dei più importanti player del settore temono un effetto ghettizzazione. Il dibattito è aperto e alcuni gruppi religiosi statunitensi si sono fatti sentire criticando la nascita del dominio perché, secondo loro, favorirà la proliferazione di contenuti pornografici su Internet.
A luci rosse - L’uso di questo dominio non è obbligatorio, ma solo facoltativo. Ogni realtà dell’intrattenimento per gli adulti può scegliere. L’uso del suffisso segnala, già a priori, il contenuto delle pagine di un sito aiutando i genitori a controllare la navigazione dei figli. A cui si aggiunge un controllo quotidiano eseguito dall’azienda McAfee per per assicurare l’assenza di virus o altro malware.
Playboy e Youporn - L’industria a lui rosse, come accennato, ritiene che il nuovo dominio sia «anti competitivo» e «un disservizio alle società che fanno business online» perché esiste il rischio di creare un ghetto, mentre prima i siti erano distribuiti su tutto il web. Digital Playground e la Manwin Licensing - che gestisce tra l’altro i siti di Playboy e di YouPorn - hanno deciso di intentare causa sia all’Icann, l'organizzazione internazionale no-profit che gestisce gli indirizzi web, sia all’ICM Registry che l’ha proposto è che ne gestire registrazioni e tariffe trattandosi di un dominio di “primo livello”. Insomma, il dibattito sul nuovo XXX sta agitando gli animi, non solo per questioni etico/tecnico/morali, ma anche (e soprattutto) perché sta spostando il giro di affari miliardario dalle riviste e Dvd all’online. (sp)
Maurizio Ferrari
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