Digital Life

I social network urlano a Google: «Don’t be evil»

Social Network contro Google per risultati di ricerca più obiettivi.

L’espressione “Don’t be evil” in inglese suona un po’ come “non fare del male” che, traslato nell’ottica del web, significa comportati in maniera corretta e leale quando gestisci i risultati nei motori di ricerca. È da sempre il motto di Google anche se BigG, ultimamente, sta deviando dalla retta via. Così Facebook, Twitter e MySpace hanno preso contromisure.

“Il plugin da installare nei browser promette più risultati per tutti”

Risultati Plus - È solo di qualche giorno fa la notizia, che abbiamo puntualmente riportato anche noi di Jack, di una sterzata di Google verso il social, il “suo” social, ossia Google+. Per fartela breve, l’ultima trovata di Mountain View si chiama “Search plus Your World” e spalanca le porte ai contenuti personali di Google+ - come immagini, video e post dei suoi utenti - nei risultati del suo motore di ricerca. BigG, memore delle innumerevoli critiche relative alla privacy che gli sono cadute in testa negli ultimi anni, ha messo subito le mani avanti e garantito il massimo livello di sicurezza. Il problema questa volta, però, non è la riservatezza dei dati ma l’obiettività dei risultati di Google Search.

Social guerriglia - A gridarlo a gran voce è praticamente l’intera brigata dei social network - Facebook, LinkedIn, MySpace, Flickr e Foursquare - trascinati nella crociata anti Google da Twitter. Evidentemente per convincere, anche gli acerrimi nemici, sono bastati 140 caratteri ben detti. I social al completo sono, infatti, convinti che quest’ultima trovata favorisca esclusivamente gli interessi di Mountain View, e non quella degli utenti della rete, e soprattutto non i loro interessi come reti sociali.

Alleanze improbabili - Così, hanno unito le forze per sviluppare un’estensione, compatibile con quasi tutti i browser (tranne Internet Explorer), che si chiama, guarda un po’, proprio “Don’t be evil” e che è parte dell’iniziativa Focus on the user. Una volta installato il plugin, che Google troverà sicuramente indigesto, nei risultati di ricerca spunteranno anche i contenuti in arrivo dagli altri social e non solo da Google+. Un plugin che promette, insomma, più risultati per tutti. Finché la questione non arriverà sulla scrivania di qualche antitrust.

Silvia Ponzio

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“Don’t be evil” e "Focus on the user"

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24 gennaio 2012
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