Oggi tutti conoscono e usano in gran parte Google, ma il Web è pieno di motori di ricerca, metamotori, crawler e altri strumenti che servono per interrogare la Rete. Un test dice che però ci fanno dimenticare fatti e nozioni.
“Uno studio psicologico dice che le ricerche su Web modificano il funzionamento del cervello”
Google e i suoi fratelli – I motori di ricerca sono fondamentali per ripescare le informazioni sul Web, ma avrebbero anche una spiacevole conseguenza: non ci farebbero ricordare molti dati, fatti, avvenimenti o semplici nozioni. Anche se la tecnologia alla base è progettata per semplificare la ricerca, basta pensare ad esempio all’autocompilazione del testo nella stringa di ricerca, in realtà complicherebbe il modo con cui la memoria umana gestisce le informazioni.
Si dimenticano le cose - Un recente esperimento psicologico mostrerebbe infatti che l’uso di Google e di altri motori di ricerca è la causa della scarsa memoria: dato che il cervello è conscio che le informazioni si possono trovare online, sceglie di dimenticarsele.
Test sul campo - Ad un gruppo di studenti sono state sottoposte alcune nozioni in stile Trivia Pursuit: “Sul biglietto da visita di Al Capone c’era scritto che era un venditore di mobili” e altre notizie del genere. A molti è stato detto che le informazioni sarebbero state cancellate, ad altri invece che avrebbero potuto cercare tali informazioni anche in seguito. Risultato? Gli studenti che sapevano che le informazioni sarebbero andate perse ricordavano meglio i fatti: circa il 40% in più di chi sapeva di poter ricercare tali dati successivamente.