di Peppe Croce
Google Plus inizia a popolarsi anche nel nostro paese. Ma la differenza di contenuti tra la versione italiana e quella americana è enorme. Tra i temi caldi ci sono un sacco di gattini e barzellette.
"Ogni paese ha il social network che si merita?"
G+ all'italiana -
Temi caldi - La scarsa qualità sta nei contenuti pubblicati da molti utenti, che stanno replicando in maniera quasi speculare quanto normalmente fanno su Facebook. Lo si vede, soprattutto, tra i "Temi caldi". Cioè quei post che hanno ricevuto molti +1, share e commenti e finiscono nella sezione "Esplora" della barra laterale. In Italia - anche in America, ma molto molto meno - tra i temi caldi spopolano gattini, barzellette, neonati tenerotti e roba simile. Proprio le cose che stanno distruggendo Facebook - e anche Twitter, dove è sempre più difficile dividere il buono dall'inutile - e che potrebbero far fuori il progetto che sta alla base di Google Plus.
Dove sta il problema? - Si dirà: che c'è di male se i gattini e i neonati piacciono e finiscono tra i temi caldi? In teoria nulla, in pratica molto. Google Plus non è Facebook. Non si tratta di essere snob, ma Facebook è un mondo chiuso, dove ciò che ci piace e condividiamo non esce dalla cerchia dei nostri amici. Plus è collegato alla ricerca che, ormai, è sociale. In Italia non ancora del tutto, visto che non è ancora arrivato Search Plus Your World. Quello che gli italiani non sanno - perché ragionano con la mentalità dell'utente di Facebook - è che ogni +1, commento o share su un post divertente, ma sostanzialmente inutile, se lo ritroveranno un giorno nella propria ricerca. Succederà così che, quando cercheremo qualcosa di serio e di importante su Google Search, tra i primi risultati troveremo i gattini, i neonati tenerotti e le barzellette. Perché è questa la ricerca sociale: tu chiedi, Google risponde in base a quello che hai mostrato di gradire e in base a quello che hanno pubblicato le persone che segui su Plus.
Partono le critiche - Tra l'altro finire tra i temi caldi ha anche un risvolto non indifferente per chi scrive o lavora su internet: se riesci a piazzare un post con un link a un articolo tra i temi caldi è assai probabile che riceverai molte visite al tuo sito. E per questo erano nati gli "Hot" su Google Plus: per premiare chi scriveva cose interessanti. Nel frattempo, però, il malessere dei "duri e puri" di Google+ inizia a farsi sentire.
Venerdì sera tra i temi caldi è entrato - e c'è rimasto per tutto sabato - un post dal titolo "Temi caldi » Al peggio non esiste fine". Sono stati in molti a dare ragione all'autore del post, che ha ricevuto circa 250 +1 e oltre 200 commenti. E c'è già chi pensa che Google debba fare qualcosa per filtrare veglio questa sezione del suo social. (sp)