Questa volta Google incarna davvero il proprio motto: do no evil. Il gigante dei motori di ricerca ha concesso alla Georgia Tech un milione di dollari per una ricerca su semplici strumenti che possano percepire e raccogliere informazioni su tutti quei disgustosi tentativi degli stati di censurare, soffocare la banda oppure raccogliere informazioni sui propri cittadini.
Gli esempi eclatanti che la storia recente ci ha mostrato sono gli stati nordafricani. L’Egitto ha progressivamente e rapidamente “spento le macchine”, oscurando Internet, la Libia è intervenuta sui router per inibire il traffico facendolo finire in un “buco nero” e la Tunisia ha addirittura usato degli spyware su Facebook per catturare le credenziali degli utenti scomodi. Altri Paesi da anni censurano i risultati delle ricerche, oppure li dirottano volontariamente per effettuare propaganda. Su uno scalino leggermente più basso della graduatoria delle canaglie ci sono gli ISP che strangolano (rigorosamente in silenzio) il traffico per ragioni più o meno capricciose, come la lotta al peer to peer.
Sebbene combattere contro questo schifo non sia la missione di Google, la compagnia vuole trovare un modo per accorgersi immediatamente di questi sporchi giochetti, allo scopo di segnalarlo tempestivamente agli utenti. L’idea consiste in una maggiore trasparenza e sicurezza ed è quella di mettere i bastoni tra le ruote agli “uomini in nero” di tutto il mondo. Il denaro coprirà un anno di lavoro universitario, ma c’è già il progetto di un’ulteriore donazione di mezzo milione per il terzo anno: l’obiettivo da raggiungere è una suite di tool basati su web che ogni utente del mondo possa usare in libertà. (ga)
Foto CC di Hapal