Da una compagnia che dice costantemente ai suoi impiegati “do no evil”, non fare del male, ci saremmo aspettati di meglio. Infatti il gigante dei motori di ricerca pare essere coinvolto in un meccanismo di “riciclo” dei profitti che ha ridotto al 2,4% le sue tasse sui commerci esteri, la percentuale più bassa tra le 5 corporation tecnologiche a stelle e strisce.
Il sistema, che evade tanto la morsa fiscale europea quanto quella americana, viene gestito attraverso le divisioni irlandesi e olandesi, approfittando della tassazione specializzata di questi due paesi, da decenni noti per una politica economica pro-multinazionale, drogata da provvedimenti speciali. Si tratta in realtà di metodi famosi tra le corporation, sistemi già assodati, conosciuti come Double Irish e Dutch Sandwich, che rispettivamente assegnano a Dublino l’88% del capitale derivante dalla pubblicità extra-USA per poi spedirlo alle Cayman (le tasse sul trasferimento di fondi all’estero sono quasi inesistenti in Irlanda), oppure dirottano i fondi attraverso l’Olanda durante un trasferimento tra sedi distaccate, per approfittare della normativa locale.Entrambi i metodi sono molto popolari. Ci sono prove certe che stiano venendo utilizzati anche da altri colossi come Facebook e Microsoft, per non parlare di un certo numero di aziende farmaceutiche o industrie specializzate in altri campi.
Il governo americano si è interessato alla faccenda in passato, ma pare che il grande motore di ricerca sia già entrato in accordi con l’IRS mentre allestiva il circuito, scampando così ulteriori verifiche.Magari la legge non verrà infranta ed è sempre vero che il primo dovere di un’azienda è verso i propri azionisti... Ma “do no evil” sembra un motto ipocrita quando coloro che ne fanno le spese sono i cittadini di tutti i paesi nei quali la corporation opera.