di Peppe Croce
Dopo l'acquisto di Instagram da parte di Facebook, iniziano a girare voci su una possibile contro mossa di Google: comprare Pinterest. Un social con appena 10 milioni di utenti, ma estremamente attivi.
"Pinterest è pieno di donne in cerca di shopping, Plus è popolato da geek e nerd"
I plus di Pinterest - Tra coloro che credono che un'eventuale acquisizione di Pinterest possa essere un buon affare per Google c'è Gizmodo, che fa notare come il super social fotografico possa salvare Google Plus. Con appena dieci milioni di utenti? Sì, perché sono molto attivi. Nell'ormai famosa classifica di "engagement" dei vari social network, infatti, Plus è ancora in fondo con appena 3 minuti di utilizzo medio al mese da parte degli utenti. Se si esclude Facebook, Pinterest è al vertice, con quasi un'ora e mezza e 14 minuti di visita media. Un abisso, anche se bisogna sempre considerare che i tre minuti di Google Plus sono molto aleatori visto che milioni e milioni di profili sono stati creati automaticamente da Google stessa per gli utenti di Gmail. E quindi non sono neanche usati e fanno crollare la media.
Viva le donne - E non è solo questione di tempi e quantità, ma anche di genere, qualità e contenuti. Se il 70% degli utenti di Google Plus è maschio, e gran parte parla quasi solo di argomenti "geek" e dei massimi sistemi di internet, almeno il 54% dei fan di Pinterest è donna. E parla di un sacco di cose che piacciono ai marketer: moda, glamour, cucina, case e arredamento. In una sola parola: prodotti. Poco importa se Plus ha dieci volte gli utenti di Pinterest: non sono "vendibili".
I soldi ci sono - Tra l'altro a Google i soldi per fare shopping non mancherebbero. In cassa ne ha parecchi: 44 miliardi di dollari. A confronto l'acquisto di Instagram da un miliardo di dollari, fatto da Facebook che in cassa ne aveva uno e mezzo, sembra un azzardo. I dubbi su una possibile acquisizione di Pinterest, invece, derivano dall'esperienza che dimostra come la maggior parte delle volte che una start-up di successo viene fagocitata da un gigante finisce male. Sia per la start-up che per il gigante. Unica eccezione di rilievo è stato YouTube che, dopo l'acquisto da parte di Google, è letteralmente decollato. Ma è pur vero che non è mai stato realmente integrato in altri prodotti di Mountain View e ha continuato a fare vita separata. Solo recentemente Big G ha iniziato a integrare YouTube in Plus, ma siamo ancora agli inizi. (sp)