Le major cinematografiche e musicali sono sul piede di guerra. Troppi utenti scaricano contenuti a sbaffo. Così Google acconsente a bloccare nei risultati del suo motore di ricerca alcuni termini che poterebbero a contenuti illegali.
“Se il blocco l’avesse studiato Google sarebbe molto più restrittivo”
Bloccare i torrent - È notizia di ieri che un videogioco su quattro è pirata causando danni per 1,45 miliardi di dollari secondo la UKIE, l'organizzazione inglese che riunisce i publisher di videogiochi. Ma la pirateria colpisce tutti dalle major di Hollywood ai colossi musicali. Google risponde alle pressioni del settore multimediale, e non solo, iniziando a oscurare dal suo motore di ricerca la funzione di auto completamento o di ricerca istantanea di alcuni termini, assolutamente legali, come “bittorrent”.
Soluzione “soft” - Si tratta di una soluzione molto all’acqua di rosa perché se è bloccato il termine “bittorrent” non lo è per esempio “torrent" , mentre rientrano della lista nera servizi come Rapidshare e Megaupload e non altri come Drop.io e Hotfile. Il sospetto che l’elenco dei termini incriminati arrivi direttamente da funzionari della aziende che producono film e musica, poco ferrati dei meccanismo del web, e non da Mountain view che avrebbe fatto sicuramente adottato una selezione molto più efficace. Una soluzione molto “soft”, insomma, come una sorta di contentino, ma c’è da chiedersi se Google potrà mai piegarsi e adottare sistemi molto più restrittivi.
Silvia Ponzio
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