Dan Zarrella, scienziata dei social media, ha usato uno strumento già usato per tracciare i profili Twitter degli utenti, per delineare i tratti psicologici degli utenti di Facebook. I risultati dicono che gli status/link contenenti elementi sessuali vengono condivisi su Facebook molto più spesso rispetto alla media degli altri contenuti. Ogni contenuto sexy, infatti, ha il 90% di possibilità in più essere condiviso, al contrario degli elementi personali o che fanno riferimento a semplici attività quotidiane.
Se da un lato questa ricerca dice poco e nulla agli utenti, dall'altro è molto importante per il marketing in quanto rivele le abitudini di navigazione delle persone e in che modo alcuni messaggi abbiano visibilità maggiore rispetto ad altre. Ma si tratta veramente di un risultato inaspettato? Dopo decenni di pubblicità allusive, messaggi subliminali e (ab)uso estensivo di messaggi sessuali, non è questo risultato solo l'ennesima conferma di ciò che i pubblicitari già sanno da tempo (e sfruttano a dovere)?