Nel tentativo di conferire alle autorità ed ai privati i mezzi per combattere la pirateria, gli Stati Uniti vogliono introdurre un nuovo decreto che consentirà il sequestro di domini, il blocco di ISP e la censura sui motori di ricerca.
Chi pensava che la terra della censura e delle misure straordinarie fosse la Cina si dovrà ricredere. L’atto soprannominato PROTECT IP consentirà di schiacciare i siti ritenuti “pirati” con una violenza inaudita, anche se essi si nascondo all’estero. Secondo la nuova legge, infatti, ora sarà possibile perseguire civilmente chi registra il proprio sito pirata all’estero. E chi è straniero non sarà lasciato certamente in pace: la legge consentirà di bloccare il suo nome sui motori di ricerca ed impedirà ai network pubblicitari di pagare loro qualsiasi servizio. La vita di chi scarica softare e media piratati tramite il P2P dovrebbe cambiare ben poco, in realtà: tutti i "pirati" hanno già le loro conoscenze e network di siti fidati. A soffrire sarà chi viene accusato di distribuire tali contenuti, anche se ingiustamente.
In America già adesso richiedere la sospensione della confisca del dominio è un processo arduo, che richiede spesso mesi, mentre ottenere un simile provvedimento contro un sito è anche troppo facile ed è preventivo ad ogni eventuale processo. Con queste norme il numero di casi simili aumenterà vertiginosamente. C’è qualcosa che non va. (ga)
Immagine CC di Gilmoth