Nell’aprile del 2003 Mark Zuckerberg aveva 18 anni, aveva appena iniziato il college e si offriva come webdesigner su Craigslist come tanti ragazzi della sua età. Paul Ceglia si occupava di vendere legname per le stufe ed aveva bisogno di un sito internet. A sette anni di distanza Ceglia è sempre lì e il suo business non pare abbia fruttato molto. Zuckerberg invece è leggermente più grande ed immensamente più ricco. Ma tra i due c’è ancora una sorta di legame: un foglio di carta, firmato da Mark quando ha creato il sito per l’imprenditore. Un contratto che stabilisce che Ceglia ha acquistato per 1000 dollari i diritti al 50% di un nuovo sito che il ragazzo vuole creare, un progetto chiamato “The Face Book”. Il che, dopo sette anni di "inadempienza" da parte Mark, porta la richiesta all'84% della corporation. Più i danni.
Assurdità? Molto probabile, anzi, quasi una certezza. Zuckerberg si è affrettato a rispondere che lui a Facebook non aveva ancora iniziato a pensare (i primi passi sarebbero stati mossi in autunno e nel gennaio del 2004) e che il contratto è certamente un falso. E se anche non fosse, non si può dire che la legge americana sia dalla parte di brillanti businessman come Ceglia. Nella Common Law, infatti, esiste una dottrina detta della Laches, che impone a chi possiede un diritto di “non dormire sugli allori”. Non è ammissibile stare in silenzio per sette anni e poi presentarsi dal nulla e far valere i propri diritti dopo che altri hanno lavorato al posto tuo. Il tutto fa pensare soltanto ad un tentativo di arraffare i soldi e scappare. “L’avvocato di Ceglia è già apparso alla nostra porta per discutere su un accordo di qualche genere. Non abbiamo accettato” ha fatto sapere Barry Schnitt, portavoce di Facebook. Inutile dire che la faccenda avrebbe potuto diventare un buon copione per un film... Se non fosse una triste bolla di sapone o poco più.