Lo scorso venerdì l’Fbi ha bloccato tre dei maggiori siti di poker online, spiccando undici mandati di arresto per i dirigenti delle società.
“Hanno violato una legge del 2006, undici ricercati e tre arresti per il gioco online”
Indagine federale – L’operazione dell’Fbi è scattata venerdì: da allora, sui siti di Full Tilt Poker, PokerStars, and Absolute Poker capeggia il banner dell’FBI che ne annuncia la chiusura. Sono stati sequestrati i domini dei provider e 75 conti bancari utilizzati per le transazioni delle poker room. I dirigenti rischiano fino a 30 anni di carcere.
Operazone antifrode – L’indagine dell'Fbi risale a due anni fa, l’ipotesi è che i siti di poker online abbiano aggirato le leggi statunitensi in materia di transazioni, attraverso una frode e con la complicità di piccoli istituti di credito. Per aggirare la legge, in vigore dal 2006, le tre poker room si sarebbero trasferite all’estero, continuando a operare con pagamenti da parte di giocatori statunitensi e permettendo le transazioni frutto del gioco online dei cittadini USA, come vieta la legge.
Business miliardario - In questi giorni la frode ai danni del governo americano viene svelata mentre si discute un progetto di legge che regolamenti il gioco on line, tra presunti accordi tra i maggiori casinò di Las Vegas e le piattaforme di gioco digitale. Un business che fa gola a molti: un mercato da sei miliardi di dollari, con 16 miliondi di giocatori.