Digital Life

Fake news sempre più credibili grazie all’intelligenza artificiale

Sistemi di A.I. sempre più sofisticati permetteranno di creare contenuti audio e video dal nulla. Con effetti potenzialmente catastrofici.

L’interesse per le fake news non accenna a diminuire, né da parte degli utenti di Internet, che vorrebbero tenersene alla larga ma non sempre ci riescono ("cascandoci", ma anche inseguendo a volte il fascino curioso della bufala), né da parte di quei governi e big della Rete che hanno dichiarato guerra a chi produce e diffonde notizie false.

La bufala si evolve. Un articolo pubblicato qualche giorno fa sull’Economist delinea uno scenario decisamente preoccupante per ciò che riguarda il futuro dei contenuti tarocchi. Secondo gli esperti del settimanale britannico il peggio deve ancora arrivare.

La prossima ondata di fake news sarà alimentata da software di intelligenza artificiale e dalle tecnologie più avanzate, che permetteranno di inventare di sana pianta "veri documenti" audio e video.

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Il volume delle ricerche su Google per l'espressione "fake news". Dalle elezioni USA dello scorso anno non è mai diminuito. © Google Trends

Sarà cioè possibile falsificare la voce di un politico, per esempio, mettendogli in bocca dichiarazioni compromettenti, e creare dal nulla interi video studiati a tavolino e da diffondere online in maniera virale. Nulla che cinema e tv non ci abbiano già abituati a vedere, ma lì è chiaro che il contesto è finto - lo sappiamo in anticipo. Su Internet le cose vanno diversamente...

Voci false e tendenziose. Esistono già software in grado di ricreare la voce di una persona a partire da pochi secondi di registrazione di un suo parlato.

Grazie all’intelligenza artificiale questi programmi hanno però fatto notevoli progressi e consentono adesso di riprodurre con estrema fedeltà intonazione e accento, rendendo così possibile far dire qualsiasi cosa a leader politici, influencer e VIP vari.

Negli ultimi 18 mesi sono stati messi a punto ben 3 programmi di questo tipo: due da parte di istituti di ricerca e uno da parte di DeepMind, azienda della galassia Alphabet, la stessa di Google, che si occupa di intelligenza artificiale.

Per avere un esempio della potenza di questi software basta fare un giro su Lyrebird, il sistema di sintesi vocale realizzato dall’Università di Montreal.

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Curiosità: uova apocalittiche e altre occasioni in cui il mondo avrebbe dovuto finire.

Il risultato è stupefacente. Se però state pensando di fare uno scherzone ai vostri amici siete fuori strada: per ottenere risultati simili occorrono supercomputer, disponibili a livello accademico, ed enormi potenze di calcolo.

Fake Video. Ancora più complesso, ma solo per ora, manipolare i video o crearli dal nulla. Anche in questo ambito i rischi maggiori arrivano dall’intelligenza artificiale: nel 2014 Ian Goodfellow, studente del Montreal Institute for Learning Algorithms, sviluppò un software in grado di dare un giudizio sulla qualità e verosimiglianza delle immagini create da un altro software.

In questo modo il secondo programma era stimolato praticamente all’infinito a creare immagini sempre più realistiche. Questa tecnologia, chiamata GAN (Generative adversarial networks) oggi è stata acquisita da Google Brain.

Goodfellow ha spiegato all’Economist come questa tecnologia, nel giro di qualche anno, potrà essere sfruttata per creare veri video falsi su misura per la rete.

Controllare tutto, controllare sempre. Come difendersi dalla valanga di balle digitali? Per l’Economist gli operatori dell’informazione dovranno mettere a punto tecniche di analisi dei metadati sempre più sofisticate che permetteranno di capire se un video è stato manipolato o meno: il fact checking diventerà sempre più importante.

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Curiosità: secoli bui e altre bufale sul medioevo. © Anita, Flickr

Già oggi diverse organizzazioni, tra cui il Citizen Evidence Lab di Amnesty International e il sito di news Bellingcat (di cui abbiamo parlato qui), si occupano di verificare la veridicità di foto e video che riguardano violazioni di diritti umani e fatti di guerra.

Fact checking per tutti. E da qualche giorno è disponibile online Fake Video News Debunker, un'estensione di Chrome che permette di verificare l'autenticità dei video pubblicati su Facebook e Youtube. Basta inserire l'indirizzo del filmato e in pochi istanti si saprà dove è stato caricato, se è già stato pubblicato, dove e quando.

Il tool permette anche di verificare i metadati di file video e fotografici e scoprire così se sono stati manipolati.

Il software, per ora in fase beta (quindi ancora in evoluzione) è figlio del progetto europeo InVid, a sua volta parte del programma Horizon 2020 finanziato dall’Unione Europea.

15 luglio 2017 Rebecca Mantovani
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