di Luigi Teodonio
Come? Sfruttando al meglio Open Graph, ossia la piattaforma lanciata lo scorso anno a uso e consumo degli sviluppatori di applicazioni, per decifrare le tendenze degli utenti. Almeno nelle intenzioni di Mike Vernal, ingegnere a capo del progetto.
"Dobbiamo invogliare le persone a
scrivere di più"
Open Graph -
Un percento - A circa un anno di distanza, infatti, si può dire che il lavoro è appena agli inizi. «Siamo appena all’1% di quanto ci siamo prefissati quando abbiamo avviato il progetto Open Graph». C’è, quindi, ancora molto spazio per quegli sviluppatori che vogliono azzardare e provare a lanciare app innovative. Anche se, c’è da dire, questo 1% ha già permesso molto. «Ora abbiamo un ambiente ancora più integrato. Ho passato parte delle mie vacanze - spiega Mike Vernal - a testare applicazioni di sviluppatori indipendenti e la maggior parte dei programmi offriva l’integrazione dei servizi di Facebook. Una volta effettuato il login, potevo sapere quanti dei miei amici avevano già utilizzato l’applicazione, come l’avevano utilizzata e condividere con loro vari contenuti. Tutto ciò non era nemmeno immaginabile appena un anno fa».
La più grande evoluzione dopo il Big Bang - Vernal, facendo un’analisi dell’anno appena passato, individua anche la piattaforma che nell’ultimo anno ha subito i maggiori cambiamenti e si evoluta in maniera maggiore. «La più grande evoluzione cui siamo andati incontro è stato il passaggio dalla piattaforma desktop a quella mobile. Quest’anno ci siano concentrati al 100% sul rifacimento delle nostre applicazioni per il settore mobile. E la maggior parte dei nostri partner di Open Graph hanno programmi basati proprio sui e sugli smartphone o i tablet».
Prospettive - Facebook vuole estendere ancora di più questa rete di interconnessioni tra il social network e il “mondo esterno” nel prossimo futuro. Vuole, prima di tutto, invogliare gli utenti a raccontare storie più dettagliate e più lunghe. Vuole, attraverso gli aggiornamenti di stato, conoscere cosa pensano gli iscritti così da poter utilizzare questi dati per “indirizzare” le loro scelte future. «Se le persone inizieranno a raccontare storie più lunghe, i loro amici non potranno che beneficiarne. Se per Natale comprerò un e-book reader - spiega Mike Vernal - sarà facile scoprire 4 o 5 libri da acquistare immediatamente se i miei amici parleranno diffusamente delle loro ultime letture». (sp)